Cercando Il Piacere (a teatro) prima dell’inevitabile abbandono

Andrea Sperelli, sempre lui. Oggi sarebbe un’icona. Ma anche nel 1889 fece parecchio chiacchierare di sé: eroe decadente per...

Andrea Sperelli, sempre lui. Oggi sarebbe un’icona. Ma anche nel 1889 fece parecchio chiacchierare di sé: eroe decadente per...

Andrea Sperelli, sempre lui. Oggi sarebbe un’icona. Ma anche nel 1889 fece parecchio chiacchierare di sé: eroe decadente per...

Andrea Sperelli, sempre lui. Oggi sarebbe un’icona. Ma anche nel 1889 fece parecchio chiacchierare di sé: eroe decadente per eccellenza, travolse la letteratura italiana con un’improvvisa overdose di sensualità, introspezione, estetismo. E da allora è difficile non lasciarsi sedurre dal protagonista de "Il piacere" di Gabriele D’Annunzio. Un ragazzetto aristocratico. A cui non mancano le distrazioni nella Roma mondana di fine Ottocento. Le occasioni per rincorrere bellezza e piacere (appunto). Mentre ci si logora d’amore per due donne: la femme fatale Elena Muti e la ricca Maria Ferres, moglie di un diplomatico. Il resto è meglio recuperarlo nel romanzo. Oppure si può fare un giro al Teatro Fontana.

Dove dal 13 al 15 aprile arriva "Il piacere I", prima tappa di un ramificato lavoro sull’opera dannunziana firmato da Andrea Adriatico. Ovvero Teatri di Vita di Bologna, da tempo luogo speciale di rigore e di ricerca. Una ricerca che ultimamente si è molto concentrata sulla parola letteraria, indagando Pasolini e Tondelli. Ora tocca allo Sperelli, portato in scena da Nicolò Collivignarelli, Sofia Longhini, Michele Balducci, Innocenzo Capriuoli, Alessio Genchi e Massimo Giordani. Loro a ripercorrere in maniera corale il primo libro. L’attesa per il ritorno di Elena, a due anni dall’addio in una carrozza sulla Nomentana. Corpi che sembrano intrecciarsi ai ricordi. Prima dell’abbandono, di avventure e incontri galanti, degli scandali e del duello. E pensare che è solo l’inizio. D.V.