
Fausto Zanardelli (Lama) e Francesca Mesiano (California) sul palco di Sanremo: “Ora qualche progetto anche da soli”
Milano – Sapessi com’è strano sentirsi due gatti a Milano. È un miagolante affondo romantico quel “Vita fusa” con cui i Coma_Cose tornano sulle piattaforme un mese dopo l’exploit a Sanremo del tormentone “Cuoricini”. A farsi le fusa, fin dal titolo di questa loro quarta fatica discografica, ci pensano naturalmente Fausto Zanardelli e Francesca Mesiano - per il colorato empireo del pop, Fausto Lama e California - in campo con nove canzoni a pronta presa, spesso lievi, ma mai superficiali, che raccontano un mondo tenero e peloso come il micetto rosa-confetto messo sulla copertina per attrarre i bimbi e intenerire i genitori senza rinunciare a un paio di momenti diversi come “Malavita” e “Honolulu” in bilico sulle storie di una Monnalisa senza sorriso e un amico “col destino messo di traverso” perso nel gorgo delle dipendenza. Tutto nell’attesa di dare a questa nuova fatica discografica una valenza live il 10 agosto a Brescia, sul palco della Festa di Radio Onda d’Urto, e il 27 ottobre ad Assago, su quello del Forum (“dopo dieci anni d’attività, un punto d’arrivo importantissimo per noi”). Prima, però, instore alla Mondadori in Piazza Duomo martedì prossimo alle 17.30.
L’album si apre e si chiude strizzando l’occhio ai vostri due anni di matrimonio.
California: “Ci siamo voluti ri-raccontare la nostra storia, perché stiamo assieme da un decennio e avendo tanto da fare a volte si perdono i dettagli di quel che s’è stati, lasciandosi sfuggire così anche cose belle riservate dalla vita. Ecco perché abbiamo voluto chiudere il disco con ‘G.o.o.d.b.y.e.’ promettendoci ‘se rimani con me ti regalerò un anello all’anno come i cerchi di un albero’. Per stare assieme ci vuole tanto impegno, ma noi ce la mettiamo tutta”.
Le somiglianze più strette?
Lama: “In ‘Salici’ c’è una frase che penso contenga il senso della nostra storia. E dice: questo non è un concerto, non c’è nessuna gloria, è solo il tuo coraggio, dentro la mia memoria. Il nostro è un percorso di vita, un percorso condiviso di memoria collettiva”.
Com’è andata al Festival?
Lama: “È stato un Sanremo diverso rispetto agli altri. Volevamo divertirci, stupirci, raccontarci sotto un’altra veste, e pensiamo di esserci riusciti. Un tour de force, in cui abbiamo trovato pure pubblico nuovo”.
Un album molto vario preannunciato da singoli iperpop.
California: “Continuiamo a viaggiare tra i generi col piacere di spiazzare l’ascoltatore. D’altronde abbiamo iniziato entrambi col pop innamorandoci poi dell’alternative, una doppia anima che ci rappresenta molto”.
Lama: “Crescere significa anche liberarsi dai preconcetti, lasciando che sia solo la musica a guidare le tue scelte. Se il precedente era un disco di rinascita, questo, forse, è di consapevolezza”.
“Vita fusa” sembra guardare ad un pubblico allargato soprattutto ai più giovani.
California: “I bambini ai nostri concerti ci sono sempre stati, pure a noi da giovani piacevano i Righeira, Camerini, se diventeremo quella cosa là saremo felicissimi. Vero che ‘Cuoricini’ ha impattato su un pubblico molto giovane, ma i nostri brani non hanno mai una sola lettura: dietro la leggerezza non c’è per forza la banalità”.
La passione per i gatti da cosa nasce?
California: “La tenerezza è una chiave di questo album e, possedendo due felini, abbiamo voluto coniugarla con la nostra vita da gattari. E poi è vero che abbiamo fuso le nostre vite”.
Lama: “Magari sullo stile kawaii della copertina ci ha un po’ condizionati pure il viaggio in Giappone”.
Gli ultimi sono stati per voi anni di forti cambiamenti.
Lama: “Non siamo più quelli della prima ora e sarebbe disonesto continuare a raccontarci in quel modo. L’impronta della nostra musica è cantautorale e il cantautore parla di quello che vive. C’è una coerenza di sostanza e di linguaggio. La veste è cambiata, ma il senso delle canzoni credo rimanga lo stesso”.
E ora?
Lama: “Prima il tour, poi si vedrà. Dopo dieci anni spalla a spalla, sentiamo anche l’esigenza di fare cose da soli, al di là della musica”.