ELISA GUZZO VACCARINO
Cultura e Spettacoli

David Parsons: miracolo americano: "Troppe guerre, guardiamo al bello"

Il coreografo con otto ballerini agli Arcimboldi nello spettacolo mondiale intitolato “Balance of Power” "Vado e vengo dall’Italia dal 1988, vorrei chiamare questo tour la dolce vita, amo fare festa insieme" .

David Parsons: miracolo americano: "Troppe guerre, guardiamo al bello"

Il coreografo con otto ballerini agli Arcimboldi nello spettacolo mondiale intitolato “Balance of Power” "Vado e vengo dall’Italia dal 1988, vorrei chiamare questo tour la dolce vita, amo fare festa insieme" .

Sbarcano gli “americani” a Milano ed è già festa. David Parsons e i suoi otto eroi della modern dance arrivano agli Arcimboldi (1 e il 2 novembre) aprendo il tour 2024, intitolato “Balance of Power”, tra 16 città, Roma compresa, con un successo già assicurato a monte. In tempi non allegri il team offre allegria, energia, calore, atletismo, ottimismo.

David Parsons, già ballerino per Paul Taylor, suo maestro di humor e virtuosismo, è stato ginnasta e danzatore di grande bellezza, ha fondato Parsons Dance nel 1985 e si prepara dunque a festeggiare i 40 anni del gruppo l’anno prossimo. Presenta i suoi classici- tra cui l’immancabile solo volante strobo “Caught” su Fripp del 1982, il brioso “Takademe” di Robert Battle (1996) e il proprio “Whirlaway” del 2014, omaggio al grande Allen Toussaint di New Orleans- e due novità, “The Shape of Us” per l’amata italiana Elena D’Amario, e “Juke” di Jamar Roberts, un pezzo che rende omaggio al genio di Miles Davis su “A Spanish Key” dall’album-capolavoro “Bitches Brew”.

Da quanti anni la compagnia viaggia per l’Italia?

"Dal 1988! Vorrei chiamare questo tour ‘la dolce vita’, qui da voi” dice David, che ha

una bella barba sale e pepe “la compagnia è in ottima forma, reduce da un giro in Brasile, dove ho ritrovato Milton de Nacimento, che mi ha dato la sua musica per un mio pezzo fortunatissimo. Dopo la pandemia, è bello tornare a fare festa insieme.

Stavolta a Milano e a Roma darò anche una masterclass intensiva per giovani promettenti".

Elena D’Amario danzerà, pure a Pescara, la sua città ,“The Shape of Us”; di che si tratta?

"È un percorso dall’alienazione alla connessione, con la musica del gruppo elettronico sperimentale Son Lux, guidato da Ryan Lott, nominato per la colonna sonora del film premio Oscar 2023 ‘Everything Everywhere All at Once’; voglio rivolgermi alle nuove generazioni".

E “Balance of Power”, come è nato?

"Durante i confinamenti, nel 2020, con la musica del compositore/percussionista italiano Giancarlo De Trizio, in un dialogo puntuale tra ogni suono e ogni movimento".

Come sceglie i coreografi e i pezzi da portare in viaggio?

"Siamo una compagnia di repertorio. Invito molti coreografi a creare per la compagnia, e offro spazio ai nomi nuovi; poi tengo solo i pezzi più riusciti; tra questi la novità ‘Juke’, commissionata a Jamar Roberts; è un pezzo che cresce come il ‘Bolero’, travolgente".

David Parsons è il volto positivo dell’America. Come è cambiato il suo paese dai ferventi anni Ottanta a oggi? È cambiata anche la danza?

"Ci sono malattie e guerre, sono tempi più drammatici, ma abbiamo una sola vita e dobbiamo vedere anche la bellezza di questo mondo. Dobbiamo vincere la negatività, poter uscire da teatro risollevati, vivendo più emozioni ogni sera, come sulle montagne russe. Adesso negli USA ci sono tante compagnie, ma non riescono a durare. Non è facile, come so bene".

Per chi voteranno gli artisti americani questa volta?

"Personalmente credo, vista la prima presidenza Trump, che Kamala Harris sarebbe più attenta di lui alle arti".