Milano, 7 novembre 2024 – L’amico che dice sempre la verità, quello che nonostante tutto c’è sempre e che ci riporta sempre con i piedi per terra. L’amico che tutti vorremmo al nostro fianco. In una parola: Cisco. Nella serie di enorme successo “Hanno ucciso l’uomo ragno”, che racconta la leggendaria parabola degli 883, lui è l’amico storico di Max Pezzali. E in quella serie a impersonare il ruolo di Cisco è Davide Calgaro. Ventiquattro anni, milanesissimo, Calgaro è uno degli astri nascenti non solo del cinema italiano ma anche e soprattutto della stand up comedy.
Davide, quando ha capito che voleva essere un attore?
“Mi sono avvicinato al teatro a 13 anni. Avevo la passione della recitazione e quindi ho chiesto ai miei genitori di iscrivermi alla scuola di teatro ‘Grok’ di Milano, che poi ho frequentato per cinque anni. Alla stand up comedy, invece, a 15 anni con alcuni laboratori. In città ce ne sono molti, così come ci sono molti locali che organizzano serate “open mic”, nelle quali basta iscriversi e si può partecipare con pezzi comici davanti a un pubblico. Ho provato e mi è piaciuto tanto tanto, quindi ho continuato”.
Cos’è per lei la comicità?
“Tante cose diverse. L’ho sempre vissuta come un modo di raccontare le cose che mi venivano in mente, che vedevo. Quello ironico è uno sguardo che si allena. Col tempo, poi, mi sono reso conto che era proprio un linguaggio che mi piaceva usare per raccontare aspetti di me o del mondo intorno”.
La parte più bella di fare stand up? E la parte più difficile?
“Quella più bella è sicuramente quando ti accorgi che le cose che fanno ridere te e che ti hanno fatto ridere quando le hai pensate fanno ridere anche gli altri. Non è scontato ed è sempre una soddisfazione enorme quando accade. L’aspetto più difficile è quando succede l’esatto contrario”.
Parliamo di Cisco. Come si è preparato a questo ruolo?
“Essendo lui un personaggio citato nelle canzoni degli 883, ma non un personaggio pubblico, non si hanno di lui informazioni particolari. Quindi sono partito anzitutto dalla sceneggiatura, da come lo aveva immaginato Sidney Sibilia. Poi ho provato a pensare a quell’immagine di migliore amico che è pronto a dire tutto all’altro senza filtri, anche a riportarlo con i piedi per terra. Come Cisco fa più volte nella serie. Ho immaginato come si sarebbero comportati i miei amici, che fanno così con me. Anche se io decisamente non ho fatto la carriera di Max Pezzali (ride, ndr), nel mio piccolo quando mi capita di fare delle cose in tv quando torno dai miei amici nel quartiere si comportano come se non avessi fatto niente di particolare. Ed è bello, è un bel rapporto. E’ molto genuino e quindi ho provato a riportare quella cosa nella serie”.
A proposito di quartiere, lei è di Baggio. Che rapporto ha con questo quartiere di Milano?
“Il mio rapporto con Baggio è cambiato nel tempo. Adesso abito a 15 minuti dal quartiere, non mi sono spostato molto perché non riesco a stare troppo lontano. Quando ero piccolo mi piaceva moltissimo, sono cresciuto sopra il Parco delle Cave, che è il terzo più grande di Milano e di cui a Baggio andiamo molto orgogliosi. Quando ero piccolo mi piaceva stare nella mia zona, poi durante l’adolescenza ha iniziato un po’ a pesarmi e a starmi un po’ stretto perché comunque pur essendo a Milano la mentalità è un po’ più provinciale. Per un po’ ha iniziato a darmi fastidio l’atteggiamento di molte persone che frequentavo. Adesso che me ne sono distaccato invece, come sempre succede, mi manca e quindi ogni tanto ci torno. Faccio i miei giri al parco e mi piace molto”.
È stata confermata la seconda stagione di ‘Hanno ucciso l’uomo ragno’. Progetti futuri oltre alla serie?
“Sarò in giro con il mio nuovo spettacolo ‘Millennium Bug’, è il mio terzo monologo di stand up comedy e a differenza dei primi due ho cercato di parlare un po’ di più ai miei coetanei. Parto sempre parlando di me e coinvolgo temi che riguardano un po’ tutti noi”.
Un desiderio, un sogno al quale vorrebbe arrivare?
“Le dico quello che avevo da piccolo e che rimane ancora presente: portare il mio spettacolo al Teatro degli Arcimboldi”.