ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Donatella Rettore al Lirico di Milano: "Con le canzoni prendo a cazzotti la vita"

L'artista torna in città e rivela il suo controverso rapporto con la metropoli: "La città era grigia ma ha saputo cambiare".

Donatella Rettore torna a esibirsi al teatro Lirico di Milano

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Milano - Donatella, anzi «Dada», c’è. L’idea di chiamare la sua ultima raccolta "Insistentemente Rettore!" la dice lunga sulle intenzioni autocelebrative dello spettacolo con cui la profetessa del "pensiero frequente che diventa indecente" affronta domani il palco del Lirico Giorgio Gaber e venerdì quello del Teatro di Varese. - Milano è una città che ha sempre fatto parte della sua vita. "Già. Quando nel ’98 ho venduto la mia casa di Città Studi e me ne sono andata Milano era una città triste, grigia, ancora vittima dei contraccolpi di Tangentopoli. Poi, grazie a sindaci in gamba come la Moratti e Pisapia, s’è ripresa e con l’Expo’ è diventata smagliante. Col suo decisionismo, Sala ha il merito di essere riuscito a mantenerla su quei livelli".

Al di là di un sedicesimo posto, smentito da un gradimento radiofonico molto più alto, soddisfatta del ritorno a Sanremo dopo 28 anni?

"Mi sento fortunata, perché lo scorso anno sono riuscita ad andare ospite de La Rappresentante di Lista nella serata dedicata alle cover e quest’anno in gara con un altro talento indiscutibile come Ditonellapiaga. Credevo nel pezzo e nella partner, tant’è che sono andata senza fare storie come mi capita invece di solito".

L’idea del video disinibito di «Chimica» a chi è venuta?

"A me. Il fatto che sia un po’ meno elegante e un po’ più fumettone dei videoclip tradizionali, mi piace molto. Anzi, avrei voluto qualcosa di ancora più sensuale e ‘proletario’... un po’ alla ‘Romanzo popolare’ di Monicelli, per capirci".

L’ultima raccolta d’inediti «Caduta massi» è di undici anni fa. Come prosegue il lavoro con Ruggeri?

"‘È meglio essere distrutti dai guai che spettatori della vita’ dice l’incipit del pezzo che spero di mandare in radio per l’estate. L’ha scritto Enrico Ruggeri su musica di Claudio Rego e mi fotografa perfettamente; un cazzotto, anche se la canzone si sviluppa sconfinando pure nel misticismo. Certo lanciarlo come singolo su un mercato estivo abituato ai bagni a mezzanotte ed altre frivolezze da scaricamento non sarà facilissimo. Oggi la musica è usa e getta, mentre per me è cultura. Sulle canzonette col titolo da playlist o da cocktail è dura costruire carriere irresistibili".

Fra gli spettacoli in cantiere c’è pure una «Rettore Rockopera».

"L’idea di portare in scena me e la mia anima, incarnata da Andy dei Bluvertigo, è bellissima. Tutto con forti tinte autobiografiche e la presenza di ospiti come la mia amica Marcella. Sono, però, ancora in cerca di produttore, perché quello con cui ero al lavoro è sparito".