IL LIBRO DE IL GIORNO DI GENNARO MALGIERI Un dittatore in famiglia Così viveva Donna Rachele

Donna Rachele, la moglie di Benito Mussolini, raccontata dalla nipote Edda Negri Mussolini, a trentasei anni dalla morte di GENNARO MALGIERI

Il libro de Il Giorno di Gennaro Malgieri

Il libro de Il Giorno di Gennaro Malgieri

DONNA Rachele, la moglie di Benito Mussolini, raccontata dalla nipote Edda Negri Mussolini, a trentasei anni dalla morte. Non un volume di memorie, ma una storia familiare, intima, coinvolgente tutt’altro che avulsa dalle vicende storiche che l’hanno avuta a protagonista. Nel narrare ciò che ha appreso dalla nonna, la figlia di Anna Maria (l’ultimogenita dei Mussolini morta precocemente) si avvale della intelligente e partecipata collaborazione della giornalista Emma Moriconi che ricostruisce, attraverso lo scandaglio di preziose fonti documentarie, il Ventennio nelle sue diverse articolazioni e, dunque, principalmente la vita della prima famiglia del regime. Ne viene fuori un libro su due piani: uno “personale” ed un altro “pubblico”. Entrambi convivono magnificamente grazie all’intesa delle autrici che descrivono, nel quadro della vita italiana tra le due guerre, le vicende dei Mussolini dominate più che dal Duce, da sua moglie. Viene fuori un ritratto di questa donna forte, volitiva, attaccata ai figli ed al marito più di quanto non si creda che commuove e lascia attoniti davanti alle prove tragiche che ha dovuto affrontare, alle offese personali subite, ai dolori accettati con rassegnazione come la drammatica morte del figlio Bruno nei cieli di Pisa, la poliomelite dell’ultimogenita e poi la sua scomparsa, l’assassinio di Mussolini il cui corpo venne appeso per i piedi e soltanto dopo dodici anni le venne restituito, lo sconcertante epilogo familiare della fucilazione del genero Galeazzo Ciano mentre sua figlia Edda faceva di tutto per salvarlo.

L’Impero tornava “sui Colli fatali di Roma” e donna Rachele cucinava le tagliatelle per i figli. Rimase al tempo della gloria una “azdora” romagnola, una popolana che non dimenticava di essere figlia di una ostessa che aveva incontrato il figlio di un fabbro e se n’era perdutamente innamorata. La nipote Edda con tatto e misura, senza minimamente indulgere al nostalgismo, prova ad annodare emozioni antiche con le consapevolezze acquisite attraverso la ricerca storica: finisce per accettare perfino quanto di sgradevole s’è abituata ad ascoltare nel corso del tempo, esorcizzando il fastidio per una certa apologia di maniera non diversamente da una demonizzazione preconcetta. La vicinanza alla nonna, che in un certo senso le ha fatto da madre fino all’età di sedici anni, l’ha immersa in un mondo al quale una bambina difficilmente ha accesso. Ma dai racconti che riporta deve essere stata lieve la “lezione” appresa per quanto dolorosi molti dei fatti raccontati dalla viva voce di chi li ha vissuti. È per questo che la “testimonianza” di Edda è a tutti gli effetti la “testimonianza” postuma di donna Rachele. Da qui l’importanza di un libro che sarebbe ingenuo considerare “superfluo” dando per scontato che basta e avanza ciò che si sa della moglie di Mussolini. La voce della famiglia qui si aggiunge alle molte voci estranee udite per decenni e completa un ritratto che finora mancava di qualcosa.

Edda Negri Mussolini - Emma Moriconi «Donna Rachele mia nonna» Minerva