Allacciarsi le cinture. La DeLorean DMC-12 evocata dal titolo del nuovo album di Elisa “Ritorno al futuro / Back to the future” è pronta a portarla in viaggio nel tempo con l’intento di salvare il pianeta. "Grazie al cielo nelle nuove generazioni la coscienza ambientalista è sempre più forte", spiega la cantante friulana, seconda a Sanremo con "O forse sei tu". "Ma la situazione è ogni giorno più critica e bisogna fare in fretta. Per questo ho intenzione di mettere in strada dei concerti estivi con ambizioni sociali prima che musicali che scuotano gli animi sensibilizzandoli verso certi temi. Incontri da cui vorrei trarre pure un docufilm". Il doppio titolo è dovuto al fatto che si tratta di un doppio album metà in italiano e metà in inglese, con 25 canzoni. “Ritorno al futuro / Back to the future” è un album-playlist, un contenitore da cui prendere quel che si vuole? "Effettivamente è un insieme di canzoni, non un concept da ascoltare pezzo dopo pezzo. Ognuno può costruirsi la sua selezione. Ovviamente c’è un punto focale, ma oggi più che mai la musica è soggettiva, personale, ed è poco realistico pensare che tutti ascoltino tutto". Insomma, un disco disomogeneo. "Sì. Magari qualcuno lo troverà meno elegante di "Diari aperti", ma avevo canzoni molto diverse tra loro; mi piacevano tutte e volevo metterle tutte. Fra le cose più riuscite metterei "Ordinary day", "Domino", "Like I want you", pezzi molto potenti perché volevo qualcosa di molto solido". Tutti momenti del secondo disco. "Già, ma in quello italiano ci sono i duetti con Jovanotti, Rkomi, Elodie, Giorgia, Roshelle, oltre alle partecipazioni di Calcutta, Franco 126, Takagi & Ketra, Davide Petrella, Mace, Venerus, Don Joe, Andy dei Bluvertigo". Potendo avere chiunque, nelle canzoni in inglese chi avrebbe chiamato? "James Blake su un pezzo come "Fire" ci starebbe benissimo". Come gestirà dal vivo questa ingente massa di canzoni? "Abbiamo intenzione di mettere a punto una cinquantina di brani per consentire alla scaletta di cambiare parzialmente ogni sera". Il cammino dell’album è iniziato a Sanremo. "L’ho trovata una parentesi idilliaca. Verso certe esperienze non nutro mai aspettative perché mi metterebbero ansia. Quindi, tutto quel che è arrivato l’ho considerato un regalo. Ritrovarmi sulla piazza d’onore dopo 21 anni era tutt’altro che scontato; dopo tutto questo tempo non rappresento certo una novità del panorama musicale e sarebbe stato anche fisiologico non essere nell’hype del momento. Invece…". Nessun rimpianto, insomma. "No. Anzi, penso che un mio primo posto sarebbe stato ingiusto. Come ho vinto io nel 2001, a 23 anni, con "Luce (tramonti a Nord Est)" è giusto che vincano oggi Mahmood e Blanco con "Brividi". Perché questa è la legge della foresta, il cerchio della vita. Oddio, adesso sta a vedere che alzo pure il leoncino…".
Cultura e SpettacoliElisa fra nuovo album e tour ecologico: "Ecco il mio Ritorno al futuro"