ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Zampaglione: "Mi piace cambiare ma dentro resto lo stesso"

Ill nuovo disco ha un duetto con Carmen Consoli. I Tiromancino arriveranno il 18 marzo al Lirico

Federico Zampaglione

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Milano, 6 ottobre 2021 -  L’ultima “casa” di Federico Zampaglione è la suite con soppalco del design hotel in zona Tortona dove ieri ha presentato il tredicesimo album dei Tiromancino, nei negozi venerdì. Dodici brani in tutto, come le abitazioni che l’autore romano ha cambiato finora (“tre solo nel quartiere di Monte Verde”), a cui prestano il loro contributo giovani leoni della nuova scena indie capitolina come Gazzelle, Galeffi, Leo Pari, ma anche Carmen Consoli e Franco126, protagonisti rispettivamente dei duetti de “L’odore del mare” e di quella “Er musicista” attinta assieme a “Cerotti” (nomination al David di Donatello 2021) dalla colonna sonora di “Morrison”, sua ultima esperienza cinematografica nei panni di regista in arrivo su Sky Uno il 20 ottobre. In “Questa terra bellissima” c’è pure il tastierista dei Dire Straits Alan Clark. Zampaglione dice che il titolo “Ho cambiato tante case” gliel’ha suggerito lo stesso Pari dopo l’ennesimo trasloco. "Nel cinema come nella musica, quella di abbandonare il mio porto protetto per confrontarmi con situazioni nuove è una sfida che mi stimola e m’affascina” ammette l’uomo di “Due destini". “Le ‘case’ del titolo, quindi, sono pure interiori”. Avrà modo di accorgersene il pubblico che l’11 ottobre l’incontrerà (alle 18.30) per un firma copie e mini live acustico alla Mondadori di Piazza Duomo. In tour, invece, i Tiromancino arriveranno il 18 marzo al Lirico, dopo aver suonato il 5 al Gran Morato di Brescia. Nel video di “Domenica”, ci sono sua moglie Giglia Marra, sua figlia Linda, la sua ex compagna Claudia Gerini e Carlo Verdone che suona la chitarra. "Carlo è batterista, ma qualche tempo fa Claudia gli ha regalato una chitarra e s’è appassionato a quella. Il pezzo racconta il giorno di festa col sottile filo di malinconia srotolato, però, dall’idea di dover cominciare una nuova settimana". In questo 2021 ha girato un film, s’è sposato e ha pubblicato un disco. "È stato un anno importante. Mia moglie è un riferimento pure creativo; se le suono una ballata romantica e piange… è fatta. ‘Finché ti va’, ad esempio, l’ho inserita nel disco dopo la prova-Giglia". Nel 2022 per i Tiromancino sono trent’anni di canzoni, le piacerebbe una reunion della band de “La descrizione di un attimo”? "Nel ‘92 non avrei immaginato di ritrovarmi ancora qui dopo tutto questo tempo; mi sento come Connor MacLeod, un highlander. Sì, ammetto che sarebbe divertente tornare a suonare con mio fratello Francesco o Riccardo Sinigallia". “ Eccoci papà” è per suo padre Domenico, ex professore d i li ceo oggi ottantatreenne che collabora pure al testo di un paio di brani. "Per me papà è un amico e un modello. Da 53 anni. Un giorno lui stava suonando sul piano di casa un motivo niente male, mi avvicinai e cominciammo ‘Amore impossibile’. Ne sono seguite molte altre". Com’è cominciata? "Da ragazzo, il giorno in cui lui mi regalò il live di Eric Clapton ‘Just one night’ e mi ritrovai proiettato dentro queste atmosfere blues. Avevo trovato una nuova casa, ma ne a vrei abitate altre ancora, a cominciare da Hendrix o dagli Zeppelin". Una curiosità, perché non la invitano al Premio Tenco? "Me lo chiedo anch’io. A me radio e critica hanno dato sempre molta visibilità e magari loro tendono ad appuntare attenzione su dischi e artisti che ne hanno un po’ meno. Per la mia formazione Tenco rimane una figura importante. Avrei dovuto girare pure un videoclip di ‘Vedrai vedrai’ per il festival ImaginAction. Poi è arrivato il Covid e ha bloccato tutto”.