
D’accordo: la sola idea fa venire mal di testa. Che dopo "installazione", la parola "performance" è la più abusata in...
D’accordo: la sola idea fa venire mal di testa. Che dopo "installazione", la parola "performance" è la più abusata in questi giorni di Fuori Salone. Per fortuna c’è chi lavora con un rigore diverso. In direzione ostinata e contraria. Come la coreografa Ariella Vidach, da tempo protagonista di un percorso di ricerca molto personale. Dove la tensione teorica indaga il corpo e la multimedialità. Un percorso che questa volta s’intreccia con quello del Festival FOG di Triennale, preziosa vetrina dedicata alle arti performative.
Un’ottava edizione particolarmente riuscita. E che questa volta propone la prima assoluta della nuova tappa del progetto “Improvvisazioni itineranti in Parco Sempione“: format pensato per lo spazio pubblico, dove movimenti, gesti e nuove tecnologie s’inseriscono nella quotidianità dell’habitat metropolitano. In questo caso appoggiandosi a un sistema di geolocalizzazione, che permetterà al pubblico di partecipare in prima persona all’azione collettiva, seguendo i performer nell’area attorno all’Arco della Pace. Sembra complicato. Non lo è per nulla. Anzi. Il progetto si propone come occasione di dialogo inedito, fra artisti e spettatori. In una dinamica di creatività diffusa. Che spinge a una riappropriazione dello spazio cittadino. Non sembra male come idea. Due le repliche, domani e domenica, sempre alle 16. Ingresso gratuito su prenotazione.
Diego Vincenti