
Quest’anno ricorre il centenario della nascita del grande scrittore Gianni Rodari
Milano, 24 ottobre 2020 - Quando le filastrocche ebbero la meglio sulla poesia... Era il 16 luglio 1947, un giorno maledetto. Tempi di colonie, per i bambini di città che i genitori non potevano portare al mare, ed erano i più fortunati quando andavano in spiaggia, legati in fila come piccoli prigionieri. La motonave, poco più di una barca, su cui viaggiano 44 piccoli milanesi della colonia di Loano urta contro un palo, ad appena cento metri dalla spiaggia, come settanta, ottant’anni dopo accadrà ai barconi di tanti disperati. Cento metri appena, ma sono sufficienti perché quasi tutti anneghino. Gianni Rodari - di cui si è celebrato ieri il centenario della nascita, a Omegna - è appena approdato a “l’Unità”, il quotidiano del Pci.
È diventato giornalista a Varese , ed è bravo. Così è stato promosso a cronista della grande città, dove si occupa di mercati e massaie. Ma quel maledetto giorno di luglio in redazione irrompe la notizia della tragedia nel mare di Liguria. E il giornale invia sul luogo Alfonso Gatto, che al giornalismo accompagna la poesia. Il servizio non arriva. E Rodari è incaricato a caldo di “cucinare” un servizio sulla base dei lanci dell’Ansa. Ricordò poi Fidia Gambetti, l’allora capo redattore: "Fu il servizio più informato e più ‘scritto’ fra tutti quelli della stampa milanese". Lo titolarono, con dolorosa brillantezza: “Tutte le mamme di Milano hanno pianto”. Iniziava il suo pezzo Rodari: "Fin dal mattino grigio la notizia ha pesato sul cuore di Milano, quasi incredibile, quasi assurda". E via via cresceva d’intensità: "Nell’atrio della torre del Filarete, le mamme, senza conoscersi, si gettavano una nelle braccia dell’altra, mescolando le grida disperate e le lacrime, fatte sorelle dalla sventura, trasformate l’una nell’altra nello stordimento della sofferenza".
E poi, ancora, con l’attenzione del grande giornalista al particolare: "Dal finestrino d’uno degli autobus pronti a partire per Loano un uomo tese le braccia piangendo a qualcuno che giungeva sorretto dai parenti. ‘Signora - gridò -, eravamo alla stazione, assieme, si ricorda? Sono andato a prendere l’acqua per tutt’e due, si ricorda? Erano insieme, il suo bambino e il mio!". Ricordò ancora Fidia Gambetti: "Gianni Rodari lavora in cronaca, allegro, pronto alla battuta, un ciuffo di capelli renitenti al pettine, sempre sugli occhi pungenti e arguti. E improvvisa originali e divertenti filastrocche che talvolta si ritrovano scritte qua e là sui tavoli e sui muri". Qu elle “cose in versi” che il grande Rodari si rifiutò sempre di chiamare “poesie”. Come questa, d’ambito milanese, per non citare il celebre semaforo blu: “Signori e buona gente, / venite ad ascoltare: / un caso sorprendente / andremo a raccontare. / È successo a Milano / e tratta di un dottore / che è caduto nel video / del suo televisore”. Titolo: “Teledramma”.