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Una delle scene dello spettacolo messo in produzione da Teatro della Cooperativa
"Quanta strada nei miei sandali, quanta ne avrà fatta Bartali. Quel naso triste come una salita, quegli occhi allegri da italiano in gita. E i francesi ci rispettano, che le palle ancora gli girano. E tu mi fai: "Dobbiamo andare al cine". Vai al cine, vacci tu!". Meraviglioso Paolo Conte. E quel Bartali che vinceva il Tour del 1948, calmando gli animi dopo l’attentato a Togliatti. Ma in tutta quella strada macinata su due ruote, il Ginettaccio nascondeva un’altra storia da pelle d’oca. Che tenne segreta fino alle fine. Ovvero: il ruolo da staffetta partigiana che svolse durante la guerra, nascondendo i documenti nella sua bicicletta. E supportando così una rete della Resistenza che permise di salvare centinaia di persone. Oltre al fatto che lui stesso diede ospitalità a una famiglia ebrea, proteggendola dalla violenza nazi-fascista. Una vicenda da raccontare. Da qualche tempo in giro per teatri grazie alla compagnia bergamasca Luna e Gnac, sempre vivacissima sul territorio. Ma non solo. Se si pensa che il loro "Gino Bartali, eroe silenzioso" è stato visto da più di 30mila spettatori un po’ ovunque. Da giovedì però lo si incrocia al Teatro della Cooperativa di Niguarda. Un lavoro scritto e interpretato da Federica Molteni, con la regia di Carmen Pellegrinelli. Dove si ripercorre la parabola umana e sportiva del campione. Quel coraggio indomito. Di chi prende posizione.
Diego Vincenti