ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Gli “Happenings” dei Kasabian: "Il cambiamento non fa più paura"

Sergio Lorenzo Pizzorno, i suoi miti Leone e Morricone , le svolte in carriera, l’orgoglio e le speranze

Kasabian

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Gardone Riviera – Non saranno più quelli di “West Ryder Pauper Lunatic Asylum” e “Velociraptor!”, ma i Kasabian al contrario del dinosauro scelto come riferimento del loro album più popolare e amato sono sopravvissuti alla glaciazione di anni non proprio facilissimi e stasera sbarcano all’auditorium del Vittoriale, sotto l’egida di “Tener-a-mente”, per raccontarsi così come sono oggi, alla vigilia della pubblicazione del nuovo album “Happenings” in uscita il 5 luglio. Ottavo capitolo di una discografia in studio varata nel 2004, “Happenings” mostra il consolidamento della band di Leicester dopo l’uscita più o meno forzata del cantante Tom Meighan (condannato per violenza domestica) e la pubblicazione di un disco interlocutorio come il precedente “The Alchemist’s Euphoria”.

Più che mai, infatti, il quartetto ruota oggi attorno alla figura del cantante-chitarrista Sergio Lorenzo Pizzorno, passaporto britannico e radici genovesi (tifosissimo del Grifone genoano e degli Azzurri, malattia trasmessagli dallo zio Gianni), molto legato al Paese di cui non parla (almeno in pubblico) la lingua. Due figli, Ennio Silva e Lucio Leone, debbono i nomi all’influenza esercitata su di lui dagli sguardi di ghiaccio e le colt fumanti dei film di Sergio Leone e alle colonne sonore di Ennio Morricone.

"Anche se nei Kasabian ci sono tracce profonde dei Pretty Things e dei T-Rex di Marc Bolan, ma anche di Dj Shadow, il mio eroe assoluto si chiama Morricone", racconta puntualmente nelle interviste il leader, affiancato su e giù dal palco dal bassista Chris Edwards, dal batterista Ian Matthews e dal chitarrista Tim Carter. "E sono orgoglioso che la prima musica ascoltata nella culla da mio figlio Ennio Silva non sia stata quella di papà ma ‘Ecstasy of gold’ del Maestro romano che pure noi, come tanti altri artisti tipo Metallica o New Order, abbiamo utilizzato per aprire i nostri concerti. Ma ad influenzare certe mie scelte musicali ci sono pure altre affascinanti menti compositive della musica per il grande schermo quali John Barry o John Williams".

Cantante per stato di necessità, Pizzorno, superato il momento d’incertezza che nel 2019 l’aveva spinto a prepararsi un piano B dando alle stampe un disco solista intitolato col suo acronimo “The SLP”, ammette di iniziare ad abituarsi al ruolo. "All’inizio è stato abbastanza traumatico – ammette –. Non è facile ritrovarti Mick Jagger quando per tutta la vita ti sei sentito Keith Richards, ma il tempo lavora per te e il cambiamento alla fine non fa paura".