È una sfida dove non mancano le insidie: consigliare senza imbrigliare. Trovare un modello che non riduca tutto a schemi. Varcare il confine tra gli opposti vanificherebbe l’obiettivo che si è dato Gianluca Franceschinis, 53 anni, in ognuna delle 116 pagine del libro “La Pedagogia Francese Applicata all’Acquaticità Neonatale” (autoprodotto, distribuito su Amazon). Trent’anni a bordo piscina, accompagnando bambini da 0 a 3 anni e genitori nei “primi passi” in vasca, lo hanno convinto a scrivere ciò che mette in pratica.
"Uno degli elementi distintivi della pedagogia francese applicata all’acquaticità è il rispetto dei tempi individuali del bambino – spiega Franceschinis, istruttore alla Virgin Active –. Ogni neonato ha il proprio ritmo di adattamento all’acqua e forzare i tempi potrebbe compromettere l’esperienza positiva. Alcuni bambini sono più aperti all’esplorazione, altri hanno bisogno di tempi più lunghi per familiarizzare con l’ambiente acquatico".
Come si legge nel libro, l’importanza dell’acquaticità neonatale va oltre lo sport perché "le tecniche insegnate ai genitori non sono solo finalizzate a rendere i bambini abili nel nuoto, ma anche a sviluppare la capacità di fidarsi di sé stessi – precisa l’autore – . L’acqua diventa un luogo di fiducia e scoperta, dove il bambino apprende che può affrontare sfide in un ambiente protetto. Queste esperienze positive stimolano l’autostima e costruiscono una base solida per la futura autonomia, sia in acqua che in altri aspetti della vita quotidiana".
Eppure, nonostante l’acquaticità neonatale abbia guadagnato negli anni maggiore attenzione nel supporto dello sviluppo dei bambini, manca una metodologia che unisca gli aspetti pratici (gli esercizi da proporre) con quelli pedagogico-relazionali. Una lacuna che proprio il libro prova a colmare.
"Attraverso giochi semplici, come far galleggiare oggetti colorati o giocare con schizzi d’acqua, il bambino viene stimolato a esplorare l’acqua senza pressioni o timori – precisa Franceschinis, mental coach certificato e insegnante di meditazione contemplativa –. Il gioco non è mai imposto, ma è sempre una possibilità che rispetta il ritmo e la curiosità naturale del bambino. In questo percorso il genitore gioca un ruolo fondamentale nel trasmettere sicurezza e fiducia: questa esperienza congiunta rafforza il legame affettivo e crea un contesto di fiducia che sostiene lo sviluppo autonomo del bambino.
Le tecniche di acquaticità francese incoraggiano il bambino a sperimentare movimenti autonomi. L’adulto non limita la libertà di esplorare, promuovendo una crescita graduale dell’autonomia: nell’acqua il bambino ha l’opportunità di sviluppare una consapevolezza corporea che è difficilmente raggiungibile in altri contesti".
Luca Balzarotti