DIEGO VINCENTI
Cultura e Spettacoli

Lorenzo Gioacchini (Lory666), il biker tra Harley-Davidson e libri: "In moto ci sentiamo degli eroi"

Presidente degli Hells Angels milanesi alla vigilia del raduno dell’Idroscalo: "Saremo 11mila. E pensare che nel 1990 eravamo in nove. Pericolosi? Macché, ora le persone ci imitano”

Lorenzo Gioacchini, conosciuto come Lory666

Lorenzo Gioacchini, conosciuto come Lory666

Milano – Sei come la mia moto. Sei proprio come lei. O forse no? Che a scegliere fra le due, un vero biker avrebbe qualche difficoltà. Figurarsi il sindaco di tutti i biker italiani: Lory666, soprannome luciferino di Lorenzo Gioacchini, presidente degli Hells Angels milanesi e autore di sette libri sul mondo delle Harley-Davidson e delle giacche di pelle. Che tornano domani all’Idroscalo con il Riding Season: motoraduno d’inizio stagione, fra chopper e street food.

Lorenzo, chi è un biker?

"Una persona come le altre, a cui però piace andare in giro in moto, di solito una Harley. Ci muoviamo per visitare le altre sedi del club e salutare i fratelli. Settimana scorsa ad esempio mi sono sparato 1.200 km, ero a Rieti per festeggiare i loro 35 anni. E sabato tocca a noi. È l’inizio ufficiale della stagione, in teoria uno dovrebbe tirare fuori la moto e usare solo quella fino all’autunno".

È ampia la fratellanza?

"Nel primo raduno del 1990 eravamo in 9, ora riempiamo l’Idroscalo, ci aspettiamo 11mila persone. Bello da vedere, anche se chiaramente è cambiato un po’ lo spirito. Alcuni sembrano John Travolta in "Svalvolati on the road": la domenica si sentono degli eroi ma poi passano la settimana in giacca e cravatta".

Anche lei sarà sembrato strano all’inizio.

"Era il 1985, non c’erano gli Hells Angels in Italia, mi affiliai ai Redskins. Prima di poter aprire il mio club dovetti girare l’Europa per conoscere le varie sedi. Oggi però ce ne sono una ventina. Per molti rimane una scelta di vita, per altri no, comprano una Harley costosissima e via. Mentre noi all’epoca prendavamo dei catorci e li rimettevamo a posto, aggiungendo lunghe forcelle per trasformarli in chopper, alla Easy Rider".

A questo punto però ci deve dire qual è la sua moto.

"Ne ho due. Una Road King che uso per viaggiare, visto che ormai ho quasi sessant’anni e mi piace stare un po’ più comodo. E poi una Softail 1340 del 1989, motivo della mia guerra col sindaco, visto che vuole bloccare tutti i vecchi motori per una questione di inquinamento, come se fossero le moto il problema. Stiamo anche raccogliendo le firme per un referendum su questa storia".

Non può usare quella nuova?

"Potrebbe rompersi. E poi c’è tanta gente che usa quelle vecchie per venire al lavoro. Milano è industriale, hai voglia a trasformarla in pedonale. Ti conviene andare a Como se vuoi farti la città green".

Sempre meglio cambiare marciapiede quando vi si incrocia?

"Macché! Ormai le persone ci imitano. È solo una vecchia storia legata ancora al concerto dei Rolling Stones ad Altamont nel 1969, dove gli Hells fecero servizio d’ordine e morì un ragazzo. Una vicenda che portò all’arresto di un biker, poi scagionato dall’accusa di omicidio volontario, ma di questo non si ricorda mai nessuno".

Anche lei si è fatto una trentina di giorni in carcere.

"Sì, oltre a 6/7 mesi ai domiciliari. Eravamo in una Fiera a Verona e la polizia ci mise a fianco ad alcuni nostri storici antagonisti. Un po’ come infilare nella stessa stanza le curve del Milan e dell’Inter. È scoppiata una rissa, una roba da stadio. Solo che in quel periodo c’era parecchio fermento in Europa e così sono intervenuti trattandoci come dei criminali".

Come è andata?

"Ci ho scritto anche un libro. Prima San Vittore, poi Verona. Ce la volevano far pagare. Ci misero in un raggio dove eravamo gli unici bianchi. Ma dopo qualche giorno diventammo amici di tutti".

Lei non è un motociclista della domenica.

"Faccio manutenzioni in ospedale, mi mancano tre anni alla pensione: tutti i giorni devo usare la moto per andare al lavoro, della pioggia non mi interessa nulla. E poi la uso appunto per viaggiare. In Europa sono stato ovunque. Ma mi ha portato anche in Sudafrica, Russia, America".