GRAZIA LISSI
Cultura e Spettacoli

Il debutto di Alexandra Dovgan : "Io un prodigio? Per me è naturale"

Nata in una famiglia di musicisti, la pianista 17enne stasera al Conservatorio: "Non temo le critiche"

Il suo talento ha oltrepassato i confini. Alexandra Dovgan, nata a Mosca 17 anni fa, a 11 anni debutta al Festival Internazionale Pianistico di Brescia e Bergamo, poi, lo stesso anno, a Salisburgo. Un talento fuori dal comune, un carriera in salita pur rimanendo un gioiello raro nel mondo del pianismo internazionale. Dovgan, oggi vive in Spagna, debutta a Milano per la Società dei Concerti, questa sera alle ore 20.45 alla Sala Verdi del Conservatorio. In programma "Beethoven, Sonata n. 3; Schumann "Sonata n. 2"; . di Bach/Rachmaninov, "Prélude Gavotte and Gigue"; di Rachmaninoff "Variazioni su un tema di Corelli"; di "Scrjabin, Sonata n. 2 in sol diesis".

Dovgan lei è considerata l’"enfant prodige" del pianismo mondiale.

"Non mi crederà, ma non mi sono mai considerata un prodigio. È solo una questione di circostanze. Sono nata in una famiglia di musicisti e i miei genitori hanno scoperto la mia predisposizione per la musica molto presto. Ho studiato nella migliore scuola di musica di Mosca con insegnanti meravigliosi. Ero circondata ovunque dalla musica, che amavo molto. Poi sono arrivati i concerti, i concorsi. Ciò che è vero è che da bambina amavo salire sul palco".

Quanto e come crede di essere cambiata dai primi concerti ad oggi?

"Adesso tengo molti concerti da solista e con orchestra, amo anche suonare musica da camera. Il mio atteggiamento verso i concerti è cambiato rispetto ai miei esordi, sono più indipendente e autocritica. Se prima ricevere elogi dal mio insegnante e dai miei genitori mi rendeva felice ora vedo ogni esecuzione in modo diverso".

Cosa pensa o fa prima di andare in scena?

"Non ho un rituale speciale, mi concentro solo sulla musica, so che ci sono artisti che fanno il contrario ma preferisco così". Ha mai avuto paura del pubblico?

"Ho iniziato a esibirmi all’età di cinque anni, brevi partecipazioni ai concerti studenteschi organizzati della mia insegnante. I miei genitori, la mia insegnante stessa erano preoccupatissimi per me. Confesso di non ho mai sentito paura, ansia. Col tempo ho iniziato ad avvertire un’eccitazione creativa, mi assale prima di andare in scena ma non è paura".

E della critica?

"Non la temo, la rispetto. Credo che ognuno abbia il diritto ad avere una propria opinione".

Cosa fa quando non studia o non suona?

"Non ho molto tempo libero. Adoro viaggiare, quando sono in qualche città interessante mi piace visitare i musei. Leggo e ascolto musica, guardo film diversi. Anche trascorrere del tempo nella natura è molto stimolante".

Come sceglie il repertorio?

"Il programma di questa sera è speciale per me con Beethoven e Schumann, di solito mi piace includere opere di compositori di epoche diverse nei miei concerti, è una grande opportunità per me di svelarmi al pubblico e far conoscere a chi mi ha ascoltato bambina come è cambiata la mia musica, il mio stile. Beethoven è un autore che sento molto vicino, l’ho suonato spesso, questa volta eseguo uno dei suoi ultimi lavori. La "Sonata, Op. 110", è filosofica, piena di significati profondi.Poi suonerò la "Sonata n. 2" di Schumann, in contrasto con il lavoro precedente di Beethoven. E’ emozionante, appassionata, scritta durante l’apogeo creativo del compositore".

Nella seconda parte del concerto suonerà con Rachmaninoff e Scriabin.

"Il primo è un autore speciale per ogni pianista. Per quanto riguarda Scriabin, desideravo da tempo includere le sue opere nel mio concerto da solista e la scelta è caduta sulla seconda sonata. Un pezzo contrastante e colorato che mi sta molto a cuore. Mi sento sempre ispirata dalla loro musica".