Tour de force di fine anno per Max Pezzali ad Assago. In scena da ieri fino al 10 gennaio per undici sere (si riposa solo l’1, il 2 e il 6 gennaio) l’uomo di “Come mai” spreme fino in fondo il “magic moment” regalatogli dal ritorno di fiamma per l’epopea 883 che l’ha strappato al salotto televisivo di Fabio Fazio per darlo in pasto al popolo di stadi e arene con “Max Forever - Questo Forum non è un albergo”, viaggio nelle sue canzoni con cui scalda i motori (è il caso di dirlo) nell’attesa di presentarsi, il 12 luglio, sotto le stelle dell’Autodromo di Imola in versione Gran Prix.
Tutto con lo slancio di “Max Forever vol. 1 - L’album”, collezione di pietre filosofali della sua discografia raschiate dal fondo degli archivi per riproporle, rivedute e corrette, con ospiti, live o in veste acustica.
Così, tra una “Rotta per casa di Dio” al fianco di Riccardo Zanotti e una “Sempre noi” con J-Ax, tra una “Hanno ucciso l’Uomo Ragno” col boato nelle orecchie del Circo Massimo e una “Gli anni” a tu per tu con Cesare Cremonini, Pezzali continua il suo milionario karaoke generazionale, soddisfatto e stupito di essere diventato alla bella età di 57 anni una inesorabile macchina da concerto. "È un periodo fortunato della mia carriera, l’affetto ricevuto negli ultimi due anni è davvero qualcosa che mi riempie il cuore e che in tutta onestà non avevo mai ricevuto nei precedenti 30" ha ammesso presentando “Max Forever vol. 1 - L’album”.
"Per questo motivo mi piaceva l’idea di ‘fare una cassetta’, come si faceva una volta, con un po’ di tracce che abbiamo rivisto, rifatto in studio, fatto suonare un po’ meglio, performato dal vivo. Ne faremo poi altre di ‘cassette’, ecco perché ho voluto indicare che si tratta di un ‘volume 1’. Mi piace pensare di realizzare dei volumi antologici giocando un po’ con quelle che ormai sono canzoni più del pubblico che mie".
Stadi, palasport, autodromi. Cambiano le cornici, ma l’intento dell’anti-idolo pavese resta sempre quello enunciato due anni fa in occasione del suo primo San Siro.
"Voglio solo rendere il pubblico protagonista, facendogli cantare i pezzi che ho scritto durante e dopo l’avventura 883. E poi io non ho proprio il fisico da rockstar. Vorrei tanto che la gente se ne andasse con la sensazione di aver partecipato ad un rituale collettivo liberatorio. La gente nel tempo mi ha dato la possibilità di accumulare un repertorio conosciuto e questo consente di mettere in piedi due ore di spettacolo in cui tutti possono cantare tutto o quasi".
E mentre Max si gode queste undici notti a San Siro l’ex sodale Mauro Repetto si prepara a tornare nei teatri con “Alla ricerca dell’Uomo Ragno” altro viaggio nella storia degli 883 “tra le note di tre generazioni”.
Debutto il 12 gennaio al Cagnoni di Vigevano per poi proseguire alla volta di altri 23 palcoscenici tra cui quelli del Alle Vigne di Lodi il 7 febbraio, del Manzoni di Milano il 16 marzo, del Condominio di Gallarate il 4 aprile.