Beruschi
Finalmente sono finite le feste, grazie Epifania, che te le sei portate via, fatto salvo la devozione per il Santo Natale e l’apertura della nuova agenda targata 2025. Ho avuto un incontro con i ragazzi nati nel nuovo millennio: in qualcuno si legge negli occhi la voglia di fare, in molti l’attesa che siano gli altri a muoversi; faccio fatica a comprendere questi ultimi: io ero affascinato dai racconti del mio nonno quando mi parlava dei moti del ’98, di Bava Beccaris, dei pericoli corsi e superati, la difesa dei più deboli nei confronti dei “ligera” di Porta Ticinese e di quando era imbattibile sui 100 metri di corsa.
Negli sbrodolamenti dei discorsi televisivi, mi sento di fare i più vivi complimenti al mio coscritto, che abita al Quirinale: è stato il più seguito e se lo è meritato. Sono andato a vedere sulla macchina che sa tutto (il computer che sto usando) e dice che solo al nord la parola “coscritto” significa dello stesso anno di nascita, quindi chiamati insieme per il servizio militare. A proposito: ho sentito dire che qualcuno vorrebbe rimettere in gioco la chiamata alle armi: un’idea che mi trova perfettamente d’accordo, anche se i tempi ed i modi devono essere modificati, tenendo conto dei cambiamenti intervenuti nel nostro modo di vivere quotidiano. Anche la Costituzione, nelle parole del mio coscritto, sembrava più bella, mentre mostra sempre più le mancanze, che evidenziava il mio professore di diritto già prima del ’60; speriamo nelle correzioni, che sono molto difficili da mettere in pratica. Evviva il 2025 e grazie signor Presidente.