
Tiberio Fazioli (28 anni), in arte Fasma, stasera sul palco dell’Apollo in via Borsi
"Questa roba non è nata in strada, ma comunque è vita..." ricordava Fasma otto anni fa tra le passioni stupefacenti di “Marilyn M.” ("Ti voglio assaporare come fossi droga…"), primo singolo con le unghie affondate nella carne viva del desiderio e l’immagine sbiadita della Monroe sullo sfondo. Oggi “Vacci piano!” cambia orizzonte, stemperando l’irruenza di ieri in quella nostalgia formato autotune ("Quanto mi manca la pelle delle tue braccia, che mi dava calore, calore, calore, mentre il mondo si ghiaccia...") che il rapper romano col suo Bisco Tour porta stasera sul palco dell’Apollo di via Borsi. "Penso che la mia musica sia espressione della mia vita e viceversa" racconta lui, all’anagrafe Tiberio Fazioli, 28 anni. "Due concetti molto legati fra loro che traversano quel che sono come due rette parallele e s’incrociano solo quando devono".
Il Fasma di oggi, però, è abbastanza cambiato rispetto a quello degli inizi. "Sì, anche se l’intenzione con cui continuo a fare musica è assolutamente la stessa: dare testimonianza di quel che sono e di come vedo il mondo. Anche se il tempo è passato e sono cresciuto, rimango molto, molto, vicino alle mie radici. E mi piace pensare che ogni mia canzone abbia una propria identità, un proprio carattere e due gambe robuste per camminare da sola".
Grazie anche a Sanremo Giovani, nel 2020 la sua “Per sentirmi vivo” arrivò al doppio disco di platino e l’anno successivo, grazie al Festival, “Parlami” centrò il platino. Poi cos’è successo? "Ho smesso di valutare la mia musica in base ai risultati. Credo, infatti, che la cifra dell’artista nasca proprio dalla sua indipendenza rispetto a quel che funziona e quel che no. Qualche mese fa, dopo tanto tempo che non mi esibivo, ho fatto un concerto a sorpresa, o quasi, che per una serie di circostanze non troppo favorevoli mi ha portato a cantare per non più di 20-30 persone. Bene, è stato uno degli spettacoli più emozionanti della mia vita. E lo è stato perché sono tornato a fare quel che amo di più: cantare dal vivo. Se in questa mia carriera ho una certezza, penso sia quella che non sarà mai la presenza di dieci, mille o un milione di spettatori a dare maggior o minor valore a ciò che faccio".
L’anno scorso è tornato sulla bocca della gente grazie al successo su TikTok del singolo “Mille notti” e alla partecipazione all’album dei Finley. A suo avviso, che momento sta attraversando la scena musicale romana? "Vedo un futuro roseo, anche se penso che la musica della mia città dovrebbe imparare da quella milanese a valorizzarsi meglio. Legato com’è alla strada e al quartiere, infatti, l’artista della capitale ha più difficoltà di altri a guardare in alto. Anche se Roma mette in tutto quel che fa una verità di cui sono totalmente innamorato... e questo anche a prescindere dal fatto che ci sono nato e che mi chiamo Tiberio".
Stasera avrà ospiti? "Il bello di un concerto gratuito come quello dell’Apollo sta proprio nel fatto di non doverlo vendere, di non doverne mercificare i contenuti né tantomeno le possibili sorprese. Mi aspetto, infatti, un pubblico senza attese, che viene solo per stare assieme e condividere un momento".