MARIA GRAZIA LISSI
Cultura e Spettacoli

Il ritorno di Taverna: "La Sinfonica è gioia"

Evviva Prokof’ev. All’Auditorium di Milano questa sera alle 20 e domenica alle 16, la stagione dell’Orchestra Sinfonica di Milano ospita...

All’Auditorium di Milano la stagione dell’Orchestra Sinfonica ospita il pianista veneziano Alessandro Taverna

All’Auditorium di Milano la stagione dell’Orchestra Sinfonica ospita il pianista veneziano Alessandro Taverna

Evviva Prokof’ev. All’Auditorium di Milano questa sera alle 20 e domenica alle 16, la stagione dell’Orchestra Sinfonica di Milano ospita il pianista veneziano Alessandro Taverna, che si misura con il "Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in Sol minore op. 16" di Sergej Prokof’ev, affiancato da altri due brani del compositore sovietico: "Ouverture da Guerra e Pace, op. 91" e la seconda versione della Sinfonia n. 4 in do maggiore, op. 112. Il tutto sotto la sapiente bacchetta di Andrew Litton e per Taverna un piacevole ritorno, si è esibito pochi mesi fa alla Scala.

Maestro, cosa significa per lei suonare a Milano? "È sempre un’emozione intensa. È una città che ha un posto speciale nella mia vita musicale, per la sua straordinaria tradizione, per le grandi orchestre e istituzioni che la rendono un centro vitale della musica. Ma è anche la città di grandi pianisti, e il pensiero va inevitabilmente a Pollini, che ci ha lasciati, ma la cui lezione resta viva più che mai. La sua arte ha plasmato l’immaginario di intere generazioni, me compreso, e il suo rigore, la sua profondità, continuano a essere un punto di riferimento".

E con l’Orchestra Sinfonica di Milano? "L’aspettavo da tempo. È una delle formazioni più rilevanti in Italia, con una tradizione e un’identità musicale ben definita. Questo debutto ha per me un significato particolare anche perché coincide con la mia prima esecuzione del Secondo Concerto per pianoforte e orchestra di Prokof’ev, un’opera complessa e affascinante. È un universo ricchissimo di colori, intensità ed emozioni, in cui emergono con forza i contorni del dolore e la musica imponente, colossale. A rendere tutto speciale è Andrew Litton con cui ho già avuto il piacere di condividere il palcoscenico".

Come sceglie il repertorio? "I repertorio del Novecento occupa un posto speciale...è vicino alla mia sensibilità". G.L.