
Gianluca Grignani
Gianluca & Gianluca. Grignani ha festeggiato quei cinquant’anni compiuti il 7 aprile scorso incontrando due sere fa amici e colleghi in un locale in zona Porta Venezia e mandando in radio il nuovo singolo “A long goodbye”. "Non sono uno che si vuole bene", ammette lui. "Però quando mi perdo sono bravo a ritrovarmi, a fermarmi un attimo prima del precipizio". Tutto molto rock’n’roll. "Ma io non faccio rock, io sono rock".
“The long goodbye” fa parte della trilogia “Verde smeraldo”.
"Non so ancora quando uscirà. ‘A long goodbye’ l’ho scritta al momento della separazione da mia moglie, ma è perfetto pure se letto in questo momento. Da musicista ho una visione chiara delle cose e so sempre quel che sto facendo. Ho da parte una settantina di canzoni e tre album pronti. Il primo volume si aprirà con un brano intitolato ‘L’esaurimento nervoso’ seguito da uno intitolato ‘Maledetto psicofarmaco’ in una concatenazione che evidenzia lo sviluppo della storia".
Questo lavoro è legato a qualcuno?
"Tutti e tre gli album sono dedicati a Stefania, una ragazza che abitava non lontano da casa mia a San Colombano al Lambro, morta giovanissima di leucemia. In una delle nuove canzoni racconto di quando ci arrampicavamo sugli alberi a mangiare le ciliegie".
A Sanremo, accanto ad Irama con quel trucco cadente, ha fatto il Joker?
"No, è stata una cosa decisa negli ultimi minuti. Non prendo in giro la gente".
Però è accaduto qualcosa.
"Sono andato a Sanremo con la voglia di fare bene. Sono tre anni che lavoro e basta, però non mi sento mai pronto. È un po’ come se avessi lasciato la mia vita precedente, fagocitato dalla musica. In ventisette anni di attività mi sono costruito una strada mia che ero abbastanza sicuro la gente, ad un certo punto, avrebbe riconosciuto. Al Festival è stupirmi è stata la velocità con cui questo è accaduto".
Pure fra gli artisti?
"Metà della mia generazione mi ha accettato e metà no. Tutte quelle che sono arrivate dopo, invece, mi hanno voluto solo bene. Basta pensare a quello che dicono di me Blanco, Irama o Rkomi".
Andrebbe in gara?
"Anche se penso che Amadeus sia uno dei migliori direttori artistici degli ultimi quindici anni, penso di avere un problema col Festival. Perché io non sono comodo in gara. Non devo vincere, ma arrivare secondo o ultimo. Se la gente mi vuole, mi avrà in altre situazioni".
Cos’altro c’è all’orizzonte?
"Un film in cui la protagonista è una mia fan e io interpreto me stesso".