Milano – In libreria e fumetteria è disponibile Tutto un altro Lupo Alberto, una raccolta di 30 storie, pubblicata da Gigaciao (casa editrice indipendente creata da Sio, Dado, Fraffrog e Giacomo Bevilacqua), che celebra l’iconico lupo azzurro creato da Silver, all’anagrafe Guido Silvestri, nel lontano 1974. Alla presentazione non poteva mancare il creatore di Lupo Alberto, il 71enne Silver. E’ l’occasione per fare due chiacchiere e ripercorrere 50 anni di un personaggio iconico del mondo dei fumetti.
Partiamo da Tutto un altro Lupo Alberto, un volume che celebra 50 anni del suo personaggio…
"Quando mi hanno proposto questa iniziativa mi sono detto: ‘E’ una follia, mi piace moltissimo’… Si dice spesso di essere cresciuti attraverso delle icone che ci hanno ispirato nella vita di tutti i giorni. Nel caso di Lupo Alberto e di tutti i suoi compagni d’avventura deve essere accaduto qualcosa di simile se oggi, dopo 50 anni, così tanti giovani e talentuosi artisti si sono dilettati a reinterpretarlo a proprio modo. Tutto questo non fa altro che riempirmi d’orgoglio e devo ammettere che anche un po’ mi commuove. Non potevo sperare in una soddisfazione più grande".
50 anni di Lupo Alberto… Come ha resistito così tanto tempo?
"Non è facile rispondere. Ho sempre avuto tanta ammirazione per i colleghi che, ad un certo punto, abbandonano i propri personaggi. Da un certo punto di vista, li ho anche invidiati. Perché, nel loro caso, significa che, ad un certo punto, hanno cambiato vita. Io disegno Lupo Alberto da 50 anni e, quindi, faccio sempre la stessa vita. Quando è nato, Lupo Alberto era un po’ anarchico, anticonformista, poco incline ad accettare le regole della società. Ad un certo punto, mi pare di aver tradito il suo spirito, visto che mi sono sposato, ho messo al mondo dei figli e sono diventato un piccolo borghese. Tutte cose che Lupo Alberto aborra… Comunque, a questo punto, visto che siamo arrivati a 50 anni, credo che morirò disegnandolo".
E poi cosa accadrà?
"Mi auguro che qualcuno possa portare avanti Lupo Alberto dopo che non ci sarò più. Mi sono sempre circondato di persone che sanno disegnare e che sanno come farlo. Non ho mai cambiato una virgola del loro lavoro. Sanno come si fa".
Un paio di momenti chiave nella storia del 50enne Lupo Alberto…
"Nel luglio del 1979, ho fatto morire Lupo Alberto. Sono venuto ad abitare a Milano, nel 1979, perché un quotidiano stava cercando un vignettista. Ero abbastanza stanco di lavorare sempre sullo stesso personaggio, quindi ho accettato con entusiasmo. Ci ho lavorato per quasi due anni poi però il quotidiano è fallito… Mi sono trovato in cassaintegrazione. A quel punto, sono stato chiamato dall’editore Corno. Voleva qualcuno che seguisse una rivista di nome Eureka, non potevo farlo da solo. Chiamai Castelli, anche lui a piede libero e abbiamo iniziato a farlo insieme, dividendo uno stipendio in due. Ci siamo divertiti moltissimo… Lupo Alberto è rinato perché serviva in Eureka. Ho un aneddoto anche su Il Giorno".
Dica…
"Il mio primo rapporto con le strisce è nato grazie a Il Giorno. Mio padre lo comprava. C’era una pagina di strisce. Pubblicava storie incredibili come Modesty Blaise. Ricordo che mi ritagliavo queste strisce e mi facevo i miei disegni. Sono legato molto a quelle prime strisce de Il Giorno".