
Jimmy Scott
Milano, 19 gennaio 2017 - Little Jimmy, il cantante americano del 20° secolo più ingiustamente ignorato, per il New York Times. La «voce più straordinaria che ho ascoltato in vita mia», per Lou Reed. Jimmy Scott debuttò nel 1948 con l’orchestra di Lionel Hampton, album per Roost e Savoy, lavorò con Charles Mingus, Sal Salvador, Kenny Clarke, Budd Johnson, Noise per l’etichetta di Ray Charles, fu vittima di discografici e produttori. Poi una lunga eclisse persa in umili mestieri, il ritorno negli anni Novanta, crooner di culto da Cleveland, classe 1925, perfetto nella sua ambiguità vocale, con quel registro femminile (o pre puberale), anima e pancia alla Billie Holiday, tecnica e romance alla Shirley Horn. Album postumo, Jimmy è mancato nel 2014 a Las Vegas, “I Go Back More” è una testimonianza della sua vocalità inimitabile con musicisti e cantanti che lo adorano, da Joe Pesci a Dee Dee Bridgewater, Oscar Castro Neves, Renee Olstead e Monica Mancini, i jazzisti Joey DeFrancesco e James Moody, Kenny Barron, Arturo Sandoval, Bob Mintzer e Peter Erskine.
Lo ricorda anche la Casa del Cinema di Roma, in collaborazione con la Casa del Jazz, il 4 febbraio alle 20.30, proiettando l’omonimo film con testimonianze di Quincy Jones, Tommy Li Puma, Madeleine Peyroux e David Ritz, biografo ufficiale di Jimmy Scott. Testamento artistico e ultima fatica di Little Jimmy, “I Go Back Home” è stato registrato nel 2009 tra Los Angeles e Las Vegas, prodotto da Ralf Kemper con Phil Ramone (Billy Joel, Paul Simon, Chicago). Impossibile non commuoversi ascoltando questa voce che vola leggera fra i generi, dagli anni Quaranta a giorni nostri, con una modernità e verità nude, una musicalità inaudita. L’organo elegante e discreto di Joey De Francesco lo accompagna in “Notherless Child”, Joe Pesci è il duetto in “The Nearness of You”, James Moody è perfetto per il suo primo successo: “Everybody Is Somebody’s Fool”. Cinquant’anni dopo. Kenny Barron sa toccare gli accordi di “How Deep is the Ocean”. Amo la chitarra e la voce di Oscar Castro Neves in “Falling In Love Is Wonderful”. Meravigliosa la modulazione della voce di Jimmy, anche nel duetto con Dee Dee Bridgewater in “For Once In My Life” di Stevie Wonder. Tutti sono nel giusto blue mood, anche il trombettista Till Brönner in “If Ever Lost You”. Piccoli gruppi e archi, sezioni orchestrali usate per sottrazione, come negli album di fine anni Cinquanta. Così spiegava il suo approccio a una canzone. Capolavoro del canto jazz e song book superbo.