MARIA GRAZIA LISSI
Cultura e Spettacoli

Julia Hagen, la star del violoncello: "Amore irreversibile per la musica"

La solista di fama internazionale in scena martedì al Conservatorio con il pianista Lukas Sternath

La solista di fama internazionale in scena martedì al Conservatorio con il pianista Lukas Sternath

La solista di fama internazionale in scena martedì al Conservatorio con il pianista Lukas Sternath

Julia Hagen (nella foto), vera e propria rising star del violoncello, arriva a Milano per la Società del Quartetto: appuntamento martedì alle 20 in Sala Verdi al Conservatorio. Nata nel 1995 a Salisburgo si esibirà in duo con il giovanissimo Lukas Sternath al pianoforte in un programma dedicato alle più belle e importanti opere scritte per questa formazione nel XIX secolo in Francia e in Russia: la “Sonata in re minore” di Debussy, assieme alla “Sonata in la maggiore” di Franck per violino, nella trascrizione per violoncello e pianoforte, da una parte e, dall’altra, la “Sonata in sol minore op. 19” di Rachmaninov.

Julia Hagen, com’è entrata la musica nella sua vita? "Sono nata in una famiglia di musicisti, è sempre stata presente nelle nostre giornate. Quando vedevo i miei fratelli più grandi suonare un nuovo strumento, desideravo impararlo. Finché mi sono innamorata del suono del violoncello, quindi la scelta è stata facile".

La sua famiglia l’ha sostenuta? "I miei genitori non volevano che diventassimo musicisti, pensavano di proteggerci dalla paura e dal rischio di non riuscire a raggiungere il loro stesso livello. Quando si sono resi conto del mio amore per il violoncello e la musica, sono stati favorevoli e molto contenti che scegliessi la mia strada".

Se non avesse incontrato il violoncello e la musica classica cosa avrebbe scelto? "Il clarinetto, non ho dubbi. Ma finora non ho mai osato provare a suonare brani di jazz, rock o un genere diverso dalla musica classica in cui il repertorio per il mio strumento è meraviglioso, pieno di scoperte".

Cosa pensa del fenomeno così popolare dei 2cellos, il duo croato-sloveno formato da Luka Šulić e Stjepan Hauser? "Sono violoncellisti incredibili. Non è necessario amare i loro spettacoli, la loro musica, i 2cellos hanno portato lo strumento a un immenso pubblico in tutto il mondo. Persone, che altrimenti non avrebbero mai sentito parlare di violoncello, stanno imparando uno strumento o ascoltando sempre più musica classica".

Ha mai pensato di dedicarsi ad altro e non solo alla musica? "Sì, quando ero più giovane pensavo di studiare storia. Ora credo che vorrei fare qualcosa di più interattivo con le persone. Forse prima o poi aprirò un piccolo bar".

Nell’era dei video la bellezza è richiesta anche agli artisti. Secondo lei, davvero aiuta a emergere? "Alcuni promotori, non tutti, si lasciano incantare da un bel viso, ma spero vivamente che il talento di un musicista non sia mai valutato in base a quello. Sarebbe sleale e di grande svantaggio per tutti noi".

Ha mai pensato di abbandonare la musica? "Si, certo. Verso gli undici anni; poi ho cambiato insegnante e ho ritrovato l’ispirazione e un amore potente, irreversibile per il violoncello".