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Francesco “Kekko” Silvestre, al centro, con i Modà
Milano - "Buona fortuna, a noi con la musica e a voi coi vostri sogni". L’augurio del Modà sta già nel titolo dell’ep in uscita venerdì 12 novembre, 'Buona Fortuna - Parte Uno', sei nuove canzoni scritte col pensiero a mutamenti "che hanno colpito tutti lasciandoci in qualche modo cambiati" come spiega Francesco "Kekko" Silvestre, voce e vessillo della band milanese, parlando di una pandemia che l’ha "completamente annullato" per la paura alimentando, al contempo, una gran voglia di tornare a vivere.
Perché un disco rateizzato? "Perché di questi tempi pubblicare album di 11-12 brani è suicida. I tempi suggeriscono, infatti, di lavorare un po’ di materiale alla volta. Tutto va troppo veloce, i contenuti non trovano il giusto peso e, dopo soli 2-3 singoli, si archivia tutto".
Quando uscirà il sequel? "Prima del tour primaverile nei palazzetti, che vedrà i Modà in concerto pure al Forum il 2 e 3 maggio. Il giro di concerti si chiamerà ancora Testa o Croce Tour, dal titolo dell’album uscito nel 2019 e fermato dalla pandemia lungo la strada, ma è evidente che conterrà molti pezzi pure di ‘Buona fortuna’ perché abbiamo un gran bisogno di suonare cose nuove".
I due ep sono indipendenti o complementari? "Complementari, direi, visto che le canzoni le ho scritte come se si trattasse di un unico disco".
Un argomento che affiorerà dalla "Seconda Parte"? "In una canzone del prossimo ep parlerò anche del rapporto con mio padre. Il titolo è ‘Non ti somiglio’ e parla delle nostre divergenze, ma alla fine, guardando anche a mio figlio, scopro di assomigliargli molto più di quanto non pensassi".
Nel video del singolo "Comincia lo show" trasformate il popolo del web in un plotone d’esecuzione. "Il bullismo esiste pure sui social, che vanno usati con molta attenzione e dovrebbero avere dei limiti. Magari qualcosa di simil al Daspo nel calcio. C’è molta, troppa, ossessione; così sette anni fa ho chiuso il mio account Instagram da mezzo milione di follower".
"Testa o croce" è stato il vostro primo album dopo la fine del rapporto con Ultrasuoni. Rimpianti? "Nessuno. Quando hai uno zoccolo duro come il nostro arriva il momento in cui senti il bisogno di raccontare storie anche particolari, come ad esempio l’amore fra persone con difficoltà, difficili da veicolare radiofonicamente. Nonostante il limitato sostegno delle radio, sul web ‘Quel sorriso in volto’ ha totalizzato 17 milioni di visualizzazioni".
A proposito, in "Buona fortuna" c’è un brano "Scusa se non lo ricordo più" che parla di Alzheimer. "L’idea me l’ha data un’intervista in cui Lino Banfi, parlando della moglie malata, raccontava che ai suoi timori di non riconoscerlo più rispondeva: non ti preoccupare, ci presenteremo un’altra volta. Come fosse la prima. Un pugno sul cuore, che m’ha messo addosso il desiderio di affrontare in una canzone la condizione psicologica di chi, all’inizio della malattia, ha la coscienza che a breve perderà i suoi ricordi"