La Biblioteca Braidense si racconta in mostra

Quando diciamo Grande Brera parliamo anche, ovviamente, della Biblioteca Braidense. Così dopo Palazzo Citterio (con la mostra di Luca Molinari...

La Biblioteca Braidense si racconta in mostra

Una delle rarità in mostra Officio della Beata Vergine, codice membranaceo, XVI secolo. Fondo Braidense

Quando diciamo Grande Brera parliamo anche, ovviamente, della Biblioteca Braidense. Così dopo Palazzo Citterio (con la mostra di Luca Molinari La Grande Brera Comunità di arti e scienza) anche questa magnifica istituzione culturale cerca di far conoscere la sua storia narrandola, per la prima volta, attraverso i suoi fondi, con un carteggio che attinge al suo archivio storico. Una rassegna di 90 documenti per raccontare le donazioni e gli acquisti, che continuano ad arricchire il patrimonio della Braidense.

La mostra (sino al 15 marzo), a cura di Cecilia Angeletti e Marina Zetti, con la collaborazione di Marta Milani e Silvia Remigi, si articola in un percorso cronologico che porterà il visitatore dal periodo della gestazione e della nascita fino ad arrivare ai giorni nostri. E ci sono delle vere e proprie chicche, dal Rescritto imperiale di Maria Teresa d’Austria del 1770, atto di fondazione della Biblioteca, prestato dall’Archivio di Stato di Milano per poi passare al magnifico codice manoscritto del XV secolo del fondo Pertusati, la Geografia di Francesco Berlinghieri appartenuto a Lorenzo de’ Medici.

Il fondo Umberto Eco, una delle ultime eccezionali acquisizioni della Braidense, sarà rappresentato dai meravigliosi grandi volumi di Athanasius Kircher (1602-1680) e dallo splendido incunabolo Hypnerotomachia Poliphili, stampata da Aldo Manuzio nel 1499. Il percorso si chiude con l’ultima donazione che costituisce il fondo Baj, il libro d’artista La cravate ne vaut pas une médaille (1972-1973).

Ingresso libero, previste anche delle visite guidate, il calendario è disponibile sul sito della Braidense. St.Con.