DIEGO VINCENTI
Cultura e Spettacoli

La Fedra di Racine, quando l’amore è distruzione

Passione nuda. Ma costruita intorno a meticolosi profili psicologici. Di verità e spessore. Complesso il teatro di Jean Racine....

Passione nuda. Ma costruita intorno a meticolosi profili psicologici. Di verità e spessore. Complesso il teatro di Jean Racine....

Passione nuda. Ma costruita intorno a meticolosi profili psicologici. Di verità e spessore. Complesso il teatro di Jean Racine....

Passione nuda. Ma costruita intorno a meticolosi profili psicologici. Di verità e spessore. Complesso il teatro di Jean Racine. Questa età dell’oro seicentesca, dalle profonde tensioni teoriche, sotto gli sfavillanti luccichii del mito e dei versi alessandrini. Non un caso che in tanti ci abbiano fatto i conti: dalle pagine di studio che gli ha dedicato Michel Foucault, alla straordinaria Bérénice di Romeo Castellucci (con Isabelle Huppert), o perfino l’Andromaca portata in scena dai ragazzi de "L’Amour fou" di Jacques Rivette, mentre vita e teatro iniziano a confondersi. Film per altro di una bellezza rara, lo si rivede su RaiPlay se si supera lo spavento delle 4 ore.

Tornando sul palco, stavolta tocca invece a Federico Tiezzi confrontarsi con il drammaturgo francese e la sua "Fedra", da stasera al Piccolo Teatro Strehler. "Un diagramma, dove ogni personaggio ama ed è amato, fugge ed è fuggito, e il desiderio si manifesta sempre come un dolore del possesso mancato, passione dell’assenza, forza negativa e crudele".

A sottolineare quel grumo di sentimenti distruttivi che guidano la regina di Atene. Accecata dall’amore che prova per il figliastro Ippolito. Un amore impossibile. E furioso. Che si trascina dietro vendette e rovine. "È come se Racine volesse evocare ciò che resta dell’età classica – conclude Tiezzi – ma allo stesso tempo ne celebrasse la fine. Il risultato è una sorta di requiem allucinato e interiore". Produzione Ert, sul palco Elena Ghiaurov con Catherine Bertoni de Laet, Martino D’Amico, Valentina Elia, Riccardo Livermore, Bruna Rossi, Massimo Verdastro?. Repliche fino a giovedì 17.

Per un calendario sempre molto fitto al Piccolo. Visto che da oggi inaugura anche la rassegna "Agorà della cultura": quattro incontri allo Studio ad indagare con sguardo multidisciplinare la molteplicità dei nostri tempi. Primo appuntamento alle 18 con Alberto Mantovani e Michela Matteoli. Nelle prossime settimane Telmo Pievani ed Ersilia Vaudo Scarpetta, Ivano Dionigi e Franco Locatelli, Giovanni Agosti e Stefano Boeri. Diego Vincenti