STEFANIA CONSENTI
Cultura e Spettacoli

La grande mostra di Natale a Milano: la Madonna di San Simone illumina Palazzo Marino

Federico Barocci, l’artista urbinate autore della grande Pala d’altare del 1567. Dal centro ai quartieri, l’arte si diffonde in chiese e abbazie con visite guidate

La grande mostra di Natale. La Madonna di San Simone illumina Palazzo Marino

Da oggi fino al 12 gennaio sarà possibile ammirare il capolavoro di Barocci nella sala Alessi di Palazzo Marino

Milano – Un abbraccio “intimo“, emozionante. Un incontro ravvicinato con l’enorme pala d’altare di Federico Barocci, conosciuta come “La Madonna di San Simone“, proveniente dalla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino. Palazzo Marino apre le porte alla grande arte italiana e internazionale con la mostra di Natale (sino al 12 gennaio, ingresso gratuito), regalando a turisti e milanesi un’occasione per avvicinarsi ai sentimenti di autenticità, di bellezza e di fede ai quali lo stesso artista urbinate aveva manifestato piena adesione.

Sarebbe piaciuto anche a Barocci l’allestimento scenografico (dell’architetto Franco Achilli), giura la curatrice Anna Maria Ambrosini Massari, de “La Madonna con il bambino e i santi Simone e Giuda“ realizzata attorno al 1567 per la chiesa di San Francesco, ad Urbino. Aiuta i visitatori a cogliere l’essenza delle cose. Barocci, a lungo artista sottovalutato (ora sotto i riflettori dopo una mostra che ha fatto 80 mila visitatori) apprende la lezione di Raffaello, Michelangelo, Caravaggio e la fa sua, "costruisce una poetica diversa, degli affetti, abbatte la barriere del classicismo, mostra una sensibilità più romantica", aggiunge Massari co curatrice insieme a Luigi Gallo.

L’opera dà anche l’occasione per raccontare la vicenda lunga e travagliata con Milano; qui Barocci intrattiene rapporti fruttuosi con il cardinale Borromeo e la Fabbrica del Duomo. Viaggia molto, ben oltre la fine degli anni ottanta, ma poi la scelta di "ritirarsi" nella sua Urbino, per l’età che avanza e il perdurare di disturbi fisici dopo il presunto avvelenamento che lo aveva indotto a lasciare Roma nel 1563, non è un modo di isolarsi. Testimonia il legame forte con la sua terra d’origine, "diversamente da Raffaello che se ne sta a Roma". 

Sull’opera, che dire, resta la meraviglia dei particolari che si deve aver cura di osservare da vicino; straordinaria la capacità di Barocci di evocare la tenerezza umana (la Vergine con il bambino) ma anche la capacità di catturare l’attenzione dell’osservatore, con San Giuda Taddeo che guarda dritto verso il pubblico; un San Simone riconoscibile grazie alla sega usata dai suoi aguzzini per ucciderlo. Arricchisce la mostra anche un disegno autografo di Barocci che proviene dal Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco. Ed è Natale anche in tutti i quartieri di Milano, un tour per scoprire l’arte in chiese, abbazie e oratori. Info: nataleneiborghi@civita.art.