
È Ilaria Mattioni la vincitrice del Premio Campiello Junior per gli autori di libri destinati alla fascia d’età 7-10...
È Ilaria Mattioni la vincitrice del Premio Campiello Junior per gli autori di libri destinati alla fascia d’età 7-10 anni. Docente di Storia dell’educazione e della letteratura per l’infanzia all’Università degli Studi di Torino, ha ottenuto il riconoscimento con “La figlia del gigante”, edito da Feltrinelli. Il romanzo racconta la storia di Layana, contessina di Valmarana, una bimba affetta da nanismo. Per evitarle lo scherno delle persone, il padre l’ha sempre tenuta reclusa nella villa di famiglia. Quando Layana compie 12 anni, però, decide di fuggire, andando incontro alla realtà e a molte peripezie.
Com’è nata l’idea di narrare questa storia?"Tutto è iniziato con un viaggio. Durante un soggiorno a Vicenza, ho visitato Villa Valmarana ai Nani, una dimora incantevole per architetture e affreschi. Quello che però ha più solleticato la mia curiosità di scrittrice è stata la sua cinta muraria, sormontata da statue di nani. Così, indagando, ho scoperto una leggenda legata a questa villa, che narra la vicenda di una giovane affetta da nanismo. I suoi nobili genitori avevano creato un mondo “su misura”, per impedirle di scoprire la realtà e non farla sentire inadeguata, assumendo, ad esempio, servitù di bassa statura. Questa prima parte della leggenda mi era piaciuta – e nel libro ne attingo a piene mani –, ma non così si può dire del finale, che ho deciso di cambiare radicalmente. Nella versione originale, infatti, la ragazzina si innamora di un principe bellissimo ma, subendone il rifiuto, si butta giù dalle mura. Nel mio romanzo, ho voluto dare una nuova possibilità alla protagonista e mutare il corso della storia".
Ha scelto però di mantenere l’ambientazione settecentesca."L’ho fatto perché uno schermo temporale agevola, talvolta, la trattazione di argomenti ancora considerati difficili, come la differenza e l’accettazione di sé. Però, anche se la storia è ambientata in un’epoca passata, i sentimenti umani rimangono immutati. L’amore, l’amicizia, il dolore sono gli stessi in tutte le epoche; quindi, la realtà emotiva dei personaggi è del tutto sovrapponibile a quella dei miei giovani destinatari".
Quanto è importante, oggi, insegnare il valore della diversità ai più piccoli?"È fondamentale. A differenza di altri, io non sono dell’idea che la letteratura per l’infanzia debba essere semplicemente evasione. Credo sia a suo modo seria, formativa. Per me è importante arrivare ai ragazzi e contribuire a educare, in tutti i sensi, le giovani generazioni. Nel caso di questo libro, il messaggio centrale è racchiuso nelle parole che Catarina, una bambina affetta da ipertricosi, rivolge alla protagonista: “Io non sono un mostro, sai? Io meraviglio le persone… Io sono una meraviglia!”". V.T.