STEFANIA CONSENTI
Cultura e Spettacoli

La mia vita per il bello: "Da Manzoni a Rotella . Dopo i grandi maestri ora sostengo i più giovani"

Giampaolo Prearo, editore raffinato, ripresenta il progetto Libri d’artista. Stasera si inaugura con Giovanni Frangi, poi Luca Pignatelli e Maurizio Mochetti.

La mia vita per il bello: "Da Manzoni a Rotella . Dopo i grandi maestri  ora sostengo i più giovani"

Giampaolo Prearo, editore raffinato, ripresenta il progetto Libri d’artista. Stasera si inaugura con Giovanni Frangi, poi Luca Pignatelli e Maurizio Mochetti.

"Mi sono sempre occupato degli artisti dimenticati, diciamo che sono andato sempre controcorrente". Quella di Giampaolo Prearo è un’avventura straordinaria, di un editore “militante“ al servizio del bello e dell’arte. Nel 2019 ha celebrato 50 anni di editoria d’arte e adesso ha deciso che a dispetto del momento, difficile, è giunta l’ora di riprendere la tradizione del “libro d’artista”, genere nato nell’ambito delle avanguardie storiche del Novecento.

Iniziando da Konrad, il libro-opera di Giovanni Frangi? Un progetto, “Tiratura limitata“, con mostra, a cura di Mimmo di Marzio, che si inaugura oggi nello spazio Prearo in via Moneta.

"L’idea di Frangi del cigno è nata dagli studi di Konrad sulle oche selvatiche. Gli ho detto: perché non facciamo un libro? L’oca non sarà mai un cigno nonostante tutti i suoi sforzi, il cigno è di una bellezza superiore e così ha eleborato i disegni, di questi cigni elegantissimi, e io ne ho fatto un oggetto d’arte, con una tiratura limitata, di sole novanta copie, un libro molto sofisticato, ricercato, perché io vado sempre alla ricerca dell’eccellenza".

Si era capito. Sin dagli inizi...

"Ero uno stampatore. Ho stampato per Franco Maria Ricci, solo una volta, poi abbiamo avuto una discussione e quasi per una scommessa ho iniziato l’avventura che mi ha portato ad oggi. Eravamo nel 1969. Io non ho mai chiesto denaro agli artisti, sono un collezionista e un mecenate, li ho aiutati anche quando nessuno credeva in loro. Io offro la storia agli artisti, guardi le mie collane con oltre 500 titoli! Quando ho fatto il libro di Giulio Turcato mi hanno dato del matto, devi fare Baj, d’Orazio, Fiume. E che dire di Alighiero Boetti? Era uno sconosciuto... Il primo libro sui di lui l’ho fatto nel 1980, si chiama “Accanto al Pantheon“. Mi innamoravo dell’artista, del lavoro... ho fatto tutto solo per passione. Franco Russoli, storico direttore dell’Accademia di Brera, mi aveva suggerito una monografia di Gianni Dova, che non era nelle mie corde ma l’ho realizzato. Quando è venuto da me Germano Celant, per propormi di realizzare il primo catalogo generale su Piero Manzoni, con la mia proverbiale follia gli ho detto subito sì! Non sapevo nulla di lui e abbiamo messo in piedi una faticosa ricerca per ricostruire tutta la storia sull’originalità delle sue opere. Di molte mancavano le fotografie, i collezionisti se ne disinteressavano. Nel 1974 sono andato a Parigi, su consiglio del poeta Emilio Villa, per realizzare la prima grande monografia su Mimmo Rotella con testi di Tommaso Trini e Pierre Restany: si tratta di un’opera editoriale che per la prima volta mette ordine e cataloga le opere che Mimmo Rotella aveva ceduto nel corso degli anni a galleristi e collezionisti senza preoccuparsi di tenerne documentazione fotografica per future pubblicazioni".

Lei ha prodotto opere passate alla storia, una monografia su Gianni Bertini, fondatore della Mec-Art, a cura di Guido Ballo, volume presentato a bordo di un jumbo tram che percorre le vie di Milano con il pubblico

che interagisce con il tour brindando all’evento. Dal 1971 al 1978 ha realizzato con Tommaso Trini e Gian Enzo Sperone la prima rivista d’arte di avanguardia, “Data”, che sarà determinante nella selezione e promozione degli artisti più significativi, anche rispetto ad “Art Forum”, rivista di riferimento americana. Perché si interessa agli artisti che chiama della “generazione di mezzo“?

"Dopo avere fatto tutti i grandi maestri, mi posso dedicare anche ai giovani che sono fra i 50 e i 60 anni. Meritano più riconoscenza. Dopo Frangi faremo Luca Pignatelli, Marco Cingolani, Maurizio Mochetti, Massimo Kaufmann, per lui ho già editato un prezioso libro. Antonio Marras farà un libro tutto disegnato a mano libera con progetti delle sue sculture. Sta per uscire la grande monografia sul grande Giuseppe Penone".

Ricordi particolari?

"Lea Vergine, le ho dato grande spazio, ogni volta che mi incontrava diceva davanti a tutti: “Ecco, questo è il mio pigmalione“".

Com’è il mondo dell’arte oggi?

"Dominato dai soldi. Gli artisti vivono isolati, nei loro studi, con poche frequentazioni. Noi eramo dei poeti, dei sognatori. Mi sono rifugiato in questo spazio, nel mio eremo. Faccio le mostre solo per gli artisti a cui dedico un libro, non sono un gallerista, anzi con loro ho sempre avuto un conflitto, mi hanno sempre denigrato, ma ero vent’anni avanti".

Errori?

"L’unico che considero tale della mia vita è Eugenio Carmi, un artista dimenticato. L’ho fatto perché me l’ha chiesto Umberto Eco. Sono perdonato, il testo l’ha fatto lui".