STEFANIA CONSENTI
Cultura e Spettacoli

La Pietà Rondanini Lo sguardo di Wilson

Fra luce e suono l’artista estrae, dall’oscurità, le forme non finite del capolavoro di Michelangelo, nell’Antico Ospedale Spagnolo

“Mother“ è una sequenza di musica, luci e immagini della durata di 30 minuti

“Mother“ è una sequenza di musica, luci e immagini della durata di 30 minuti

Un momento di forte emozione. Un invito alla contemplazione. La luce, la musica, abbracciano la Pietà Rondanini. Lo sguardo di Robert Wilson “estrae“, lentamente, dall’oscurità, le forme non finite del capolavoro di Michelangelo, la scultura a cui lavorò sino a sei giorni prima della morte. Ad amplificare l’intensità emotiva dell’esperienza di “Mother“, è la musica di Arvo Pärt, sulle note dello Stabat Mater, che ne svela, sino nel profondo, il dolore senza tempo di una madre per la morte del figlio. Affidata all’ensemble estone Vox Clamantis, diretta da Jaan-Eick Tulve, e da La Risonanza, diretta da Fabio Bonizzoni.

È la prima installazione del Salone del Mobile.Milano che apre al pubblico domani (ingresso gratuito in occasione di Art week e sempre su prenotazione, sino al 18 maggio: www.museicivicimilano.vivaticket.it), un omaggio alla città, all’arte, “nel segno del non finito“. Ieri, mescolato fra i visitatori dell’anteprima (presente l’arcivescovo di Milano Mario Delpini), c’era anche l’artista americano, maestro assoluto della luce. "La luce è ciò che dà forma allo spazio. Senza luce, lo spazio non esiste. Albert Einstein diceva che la luce è la misura di tutte le cose. Per me è sempre il punto di partenza", sostiene Wilson. Che nel rispetto dell’allestimento progettato nel 2015 da Michele De Lucchi nell’Ospedale Spagnolo, dà vita a un’installazione, che si misura con la potenza del “non finito“, un’energia sospesa tra la materia e il pensiero. In essa cela una riflessione profonda sulla dimensione del tempo e dello spazio. "Quando ho visto per la prima volta la Pietà - ha raccontato - sono rimasto seduto a guardarla per oltre un’ora. Sono stato tentato di metterla in scena ma un capolavoro non ha davvero bisogno di una messa in scena". Infatti “Mother“ non è una scenografia, ma un respiro, un’apertura, un invito alla contemplazione.

"Il capolavoro di Michelangelo muove in me - ha rivelato Wilson - molte cose. Ha a che fare con mia madre, con tutte le madri. E un mito universale con cui gli artisti si sono sempre confrontati, in musica come sulla tela". Commossa anche la presidente del Salone del Mobile Milano, Maria Porro: "Inaugurare il Salone con Robert Wilson è un sogno che si avvera. Mother è un’opera che sfida le convenzioni. Esattamente come Michelangelo che ha aperto la strada a una nuova visione della scultura". Michelangelo lavorò alla Pietà Rondanini dal 1552 fino a sei giorni primi di morire, il 18 febbraio 1564. Grazie a una colletta dei milanesi, dal 1952 l’opera è patrimonio del Comune di Milano. Veramente da non perdere.