
Lady Gaga
Assago ( Milano), 18 gennaio 2018 - Gaga, finalmente. Archiviata la fibromialgia che quattro mesi fa l’ha costretta ad annullare l’attesa rentrée milanese, la Lady del pop sbarca oggi ad Assago con il suo Joanne World Tour. E, come lo scorso settembre, ad attenderla c’è un Forum stipato fino all’ultimo posto. Lanciato con uno spettacolare set durante l’intervallo del Super Bowl dello scorso anno (criticata per qualche chilo di troppo, la cantante ha replicato sui social incitando i fans ad essere sempre “inesorabilmente voi stessi”) il giro di concerti propiziato dall’album «Joanne» ha preso il via dalla Rogers Arena di Vancouver il primo agosto, fermandosi però dopo qualche settimana per consentire alla «Mother Monster» di curare la fastidiosa sindrome reumatica che l’aveva costretta a gettare la spugna, con tanto di ricovero in ospedale, alla vigilia dell’apparizione al mega festival carioca Rock di Rio.
Per lei quello del Forum è del primo show italiano da due anni a questa parte. Ultima apparizione nel 2016 a Perugia, sul palco di Umbria Jazz, assieme a Tony Bennett. Passando, infatti, dallo swing (i festival jazz) al rock (con i Metallica ai Grammy) al pop, Lady Gaga continua a dare prova della grande versatilità che affiora pure dai solchi di questa sua ultima fatica formato cd, senza rinunciare al debordante circo kitsch - fatto di make up pesanti, look più o meno estremi e sfide la forza di gravità su vertiginosi tacchi a spillo - con cui continua ad alimentare il proprio culto ormai da un decennio. In scena dice di essere Joanne, ma in realtà quello è solo il secondo nome di Stefani Joanne Angelina Germanotta, anche se rigato di dolore visto che apparteneva alla zia scomparsa prima che nascesse. «Joanne», presentato un anno e mezzo fa al pubblico americano con le quattro date del Dive Bar Tour, e accompagnato sugli schermi da «Gaga: Five Foot Two» (che poi sarebbe la sua altezza: 1,55), il docufilm di Chris Moukarbel in cui compare pure Donatella Versace presentato all’ultimo Toronto Film Festival.
UN VIAGGIO nei suoi mondi in cui si parla di tutto in presa diretta, dalla famiglia ai dissapori con Madonna, al personaggio di Scáthach interpretato in un episodio della serie tv «American Horror Story: Roanoke». Spesso bisogna grattare via la pesante vernice pop per trovare la Gaga più autentica. E nel Joanne World Tour uno di quei momenti di verità affiora sicuramente dalla «The edge of glory» eseguita dalla cantante italoamericana sola al pianoforte, col pensiero all’addio del nonno, per cui la scrisse otto anni fa, e ad un caro amico scomparso ancor più di recente. Lo spettacolo poggia su sette momenti diversi per racchiudere 21 canzoni più il bis di «Million reasons», che Lady G esegue sprofondata in un abito di diamanti Swarovski. Degli undici pezzi di «Joanne», cifre alla mano l’album di minor successo della sua carriera nonostante il tocco produttivo di Mark Ronson, Gaga in concerto ne recupera nove. Questo per dire la convinzione messa in questo quinto capitolo di un carriera da trenta milioni di album e centocinquanta milioni di singoli venduti finora. Nelle 41 date nordamericane (tutte sold-out) il tour ha incassato oltre 85 milioni di dollari e un’altra trentacinquina ne rastrellerà dalle rimanenti 18 di qua dall’oceano, a conferma che il marchio Lady Gaga, anche senza le follie di un tempo, funziona a prescindere dagli umori del mercato e dal successo dell’album del momento.