Bises
In questo dedalo di vite complicate, sovraesposte in termini di social media e stimoli, ogni tanto alcune amiche si imbattono in personaggi cruciali per la loro carriera da single predestinate. Noiosissime le discussioni su chi deve pagare la cena o di quanti caratteri scrivere il messaggio per proporre un’uscita, interessantissimo invece l’argomento sempre attuale: dove il primo appuntamento? Al parco dopo i 30 è imbarazzante, al ristorante ormai non si riesce più a chiacchierare oltre il dessert che ti chiedono di lasciare il tavolo, in centro per una passeggiata troppa gente e uno slalom di ex, colleghi, vicini di casa, sciure del pilates. Così all’ultima amica fresca di match su Tinder ho proposto il Cimitero Monumentale. Mi sembrava perfetto per portarci quel ragazzo apparentemente sensibile, interessato all’arte ma che non è di Milano e non conosce i suoi lati più nascosti. Oltre a essere un museo a cielo aperto con opere di artisti importanti, ci sono tutti i cognomi per imparare le vie della città e ad accomunare la storia di tante prestigiose tombe c’è l’amore. L’amore per la famiglia, per una persona importante caduta troppo presto, per la vita e per le parole che possano esprimere la nostalgia di qualcuno che non tornerà. Come il monumento Casati Brioschi, la figura femminile che giace su un letto raffigura la moglie del committente, Isabella, morta di parto a 24 anni, e l’edicola Toscanini con il bassorilievo dedicato al figlio piccolino del Maestro in cui viene scolpita una culla vuota e i suoi giochi. C’è però un’opera che al primo sguardo abbandona la malinconia della scomparsa ed eleva il romantico incontro di due amanti: la tomba Volontè Vezzoli. Si percepisce solo dopo che è un ultimo bacio descritto con estrema delicatezza. Insomma, dobbiamo augurarci che l’appassionato tour tra le storie del Monumentale lo porti a pensare che la vita è troppo breve per tentare altri noiosi appuntamenti e proponga un seguito: calice di vino? Vi terrò aggiornati.