STEFANIA CONSENTI
Cultura e Spettacoli

L’arte di strada invade il Mudec. I viaggi possibili in dieci murales

Il museo di via Tortona festeggia i dieci anni con una mostra in continuità con i progetti nei quartieri

Il museo di via Tortona festeggia i dieci anni con una mostra in continuità con i progetti nei quartieri

Il museo di via Tortona festeggia i dieci anni con una mostra in continuità con i progetti nei quartieri

Non poteva festeggiare meglio di così, il Mudec Museo delle Culture, nel decennale della sua nascita. Ospitando per la prima volta, in un museo, dieci opere murali inedite, per un periodo limitato di tre mesi, realizzate da altrettanti artisti che operano sulla scena nazionale e internazionale. Opere site specific, a fine estate verranno cancellate. "Il muralismo è un linguaggio effimero", ricorda Alice Cosmai, curatrice della mostra (Dal muralismo alla street art. Mudec Invasion, visitabile sino al 29 giugno), responsabile dell’ufficio di arte pubblica del Comune di Milano.

Gli artisti sono stati invitati a produrre le opere su un tema specifico, quello del viaggio, in un dialogo complementare con la seconda mostra Travelogue (sino al 21 settembre, ingresso gratuito) che era stata anticipata dalla monumentale installazione di Adrian Paci. L’esposizione Travelogue racconta la genesi degli oggetti, nella collezione permanente del museo, raccolti durante i viaggi in diverse parti del mondo da ricercatori, uomini d’affari e anche cittadini che poi li hanno donati al museo. Storie di viaggi, migrazioni e dispore che si intrecciano con "i dieci viaggi possibili - riprende a dire Alice Cosmai - immaginati dai nostri artisti muralisti e che attraversano diverse tematiche. Si va dal viaggio nello spazio interpretato da Capo.Bianco, artista italiana, classe 1992, sino a quelli di devozione e pellegrinaggio di Neethi, artista di origine indiana e Souvenir, di Agus Rucula, che invita a riflettere su quanto ognuno porti con sè, in ogni viaggio e in ogni esperienza". Aya Tarek, visual artist egiziana, affronta il tema del viaggio in un’epoca come la nostra di “overtourism“, rappresentato come un toro, mentre Mohammed L’Ghacham, artista marocchino naturalizzato spagnolo si sofferma su “Ricordo e memoria“, riproducento interni intimi, familiari con l’opera “Intorno al tavolo II“.

"Il muralismo e la street art sono un grande tema culturale ed espressivo, protagonista del 900 e degli anni Duemila - ha osservato l’assessore alla Cultura del Comune Tommaso Sacchi -. Milano è e rimane la prima città italiana ad avere un ufficio dedicato all’arte pubblica, perché se si vuole lavorare sui muri della città bisogna che ci sia un investimento importante non solo in termini economici".

In questi ultimi anni sono state diverse le iniziative promosse nei quartieri, "con opere murali scelte per celebrare figure importanti della storia di Milano. E abbiamo in programma altre iniziative", conclude l’assessore Sacchi che ricorda anche Davide Toffolo e il recente splendido murale “ Cerutti“ del Giambellino. Federico Silvestri, amministratore delegato di 24 Ore Cultura, sulla mostra al Mudec ha sottolineato che "è fuori dal comune e del resto il Mudec è stato alfiere della street art avvicinando Milano ad altre capitali internazionali". Non mancano le sezioni per approfondire la storia di questo fenomeno artistico, un racconto che inizia negli spazi dell’Agorà, affidato alla storica dell’arte Silvia Bignami.