GRAZIA LISSI
Cultura e Spettacoli

Le marionette, metafora della vita: “All’improvviso si muovono da sole. Siamo animatori, loro i veri attori”

‘Lo Schiaccianoci’ dei Colla al Piccolo Teatro, Franco Citterio: "La nostra è pure contemporaneità"

“Lo Schiaccianoci“ dei Colla al Piccolo teatro, Franco Citterio: "La nostra è pure contemporaneità"

“Lo Schiaccianoci“ dei Colla al Piccolo teatro, Franco Citterio: "La nostra è pure contemporaneità"

Non solo alla Scala, in questi giorni, a Milano ci sono piccole ballerine e piccoli ballerini di legno che aspettano di portare in scena “Lo Schiaccianoci”. Sono le marionette della storica Compagnia Carlo Colla&Figli in attesa di debuttare il capolavoro di Pëtr Il’ič Čajkovskij al Piccolo Teatro Studio Melato, da sabato 28 dicembre 2024 a lunedì 6 gennaio 2025; la riduzione per marionette si basa su appunti di Eugenio Monti Colla, scene, sculture e luci sono di Franco Citterio costumi di Cecilia Di Marco e Maria Grazia Citterio direzione tecnica di Tiziano Marcolegio regia di Franco Citterio e Giovanni Schiavolin, produzione Associazione Grupporiani.

Citterio racconta: "In Compagnia abbiamo una mentalità da bottega, siamo artigiani: non stacchiamo mai. Domani caricheremo le marionette, una per una, sul nostro camion. Le faremo “scendere” il 27 per l’allestimento e la prova generale. È così da 24 anni. Le nostre marionette sono a fili corti con la presenza dell’animatore a vista, formula ideata da Eugenio".

La dinastia dei marionettisti Colla inizia due secoli fa, nel 1861 i figli di Giuseppe Colla si scindono in due compagnie dividendosi, materiali, repertorio e territorio. Per questo a Milano ci sono due compagnie.

Quando ha incontrato le marionette?

"A otto anni ho conosciuto Eugenio Monti Colla, per un breve periodo aveva insegnato Lettere alle scuole medie, mia sorella era sua allieva. Era uno straordinario insegnante, è stata la fortuna di un gruppo di ragazzini che crescendo sono entrati in Compagnia e ci siamo tuttora. Oggi non c’è più nessuno della dinastia marionettista essendo scomparso anche Carlo III Colla con cui abbiamo lavorato per decenni; Eugenio ci ha trasmesso la sua passione irreversibile per il teatro e le marionette. Non avendo figli, è stato un padre per tutti noi, spesso gli dicevamo: “Eugenio, ci hai plagiato”. Oggi so che non potrei vivere senza le marionette, i miei colleghi, la scena".

Cosa v’ha insegnato Eugenio?

"La filosofia delle marionette, il loro linguaggio; non sono solo un momento ludico ma uno strumento con cui trasmettere messaggi. Tutti noi della Compagnia muoviamo le marionette, in alcune situazioni siamo sul ponte in 10/11 persone; l’essere marionettisti ci aiuta a capire la creazione dello spettacolo, dalla scrittura alla musica, alla realizzazione dei personaggi e degli oggetti. Da quando è venuto a mancare Eugenio mi occupo anche delle direzione artistica, della regìa; prima seguivo la scultura delle teste, la costruzione delle scenografie".

Come sarà lo Schiaccianoci?

"È uno di quegli spettacoli che non smetteremo mai. Ha debuttato nel 2022, al Piccolo è già stato ma ritorna, richiesto dall’organizzazione. Lo schiaccianoci è un oggetto che si anima nella notte di Natale, si sublima con il linguaggio marionettistico. Ci siamo ispirati al balletto riducendo alcuni brani musicali, le marionette hanno bisogno di una sintesi alta; il nostro pubblico è eterogeneo, sia bambini che adulti. Le marionette raccontano con i gesti ma ci sarà anche una voce narrante, fuori campo: quella di Clara, la protagonista, con le sue paure, ansie. La drammaturgia si basa su fonti letterarie, la fiaba di Dumas e quella di Hoffmann".

Perché le marionette sono ancor oggi così amate dagli spettatori grandi e piccoli di oggi?

"È una domanda che ci poniamo anche noi. Il nostro lavoro prende molte energie, sarebbe meno dispendioso giocare sugli effetti speciali, ammiccare con il pubblico, semplificando le componenti del nostro teatro. Tutti i nostri spettacoli sono realmente stati pensati per tutti; noi lasciamo aperte le porte, sarà lui a chiuderle con la sua immaginazione, il suo bagaglio culturale. Il pubblico parla con noi, dà suggerimenti, i nostri spettacoli nascono e rinascono nella contemporaneità. I Colla hanno altri due spettacoli natalizi acclamati, “La Capanna di Betlemme” e “I nani burloni”. Questo festività ci danno l’occasione di dialogare con tutti. Le marionette con semplicità propongono temi seri e allegri. Sono metafora della vita umana".

Cosa provate quando muovete le marionette?

"Al plurale, il nostro è un lavoro di gruppo. Condivido la genesi di ogni regia con Schiavolin, siamo amici d’infanzia; io ho un occhio per l’insieme, lui per ogni singola marionetta. Durante gli spettacoli ci sono momenti di sospensione in cui tutti noi marionettisti “crediamo” nel movimento della marionetta, è un gesto solo suo, non nostro. Noi siamo solo gli animatori, i veri attori sono loro".