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Milano - Tutti in scena . C’è il placet speciale della Veneranda Fabbrica del Duomo per l’utilizzo dei marmi di Candolia, gli stessi di cui è fatta la cattedrale, nella realizzazione della Guglia d’Oro, il riconoscimento adottato dal Festival Internazionale del Musical presentato ieri a Palazzo Reale dai suoi artefici e da una testimonial d’eccezione quale Lorella Cuccarini, protagonista pure del video promozionale, online da luglio, in cui canta e balla sulle note della celeberrima “Magic to do“ del musical “Pippin“. Appuntamento il prossimo giugno, probabilmente sui palchi degli Arcimboldi e di quel Teatro Lirico che avrebbe fatto da cornice già a questo incontro preparatorio se nel corso dell’ultimo sopralluogo non fosse stato dichiarato ancora inagibile. Milano sarà la sede del Festival, ma, come auspicato dalle istituzioni, è molto è probabile che possa fare da volano all’intero sistema teatrale regionale lasciando che le produzioni se ne vadano poi in tour sui palcoscenici del Ponchielli di Cremona, del Donizetti di Bergamo, del Grande di Brescia, del Sociale di Como, del Fraschini di Pavia. Affollato di superstar della commedia musicale come l’americano Ben Veeren, la russa Anastasia Styazhkina, la coreana Kim Young Sook o la messicana Luz Angélica Herrera Vàzquez, il video scelto per il lancio dell’iniziativa ruota, come detto, attorno alla Cuccarini.
Lorella, che significa un evento come il Festival Internazionale del Musical per Milano? "Si tratta di progetto internazionale molto ambizioso e sono ovviamente molto orgogliosa di far parte del suo board creativo. Credo che il musical italiano, per il livello qualitativo raggiunto, meriti questo tutto questo rispetto da parte del mondo del musical".
Alcuni autori come Cocciante Canzian o Facchinetti, però, riferendosi alle tradizioni operistiche del nostro paese, preferiscono definire i loro lavori teatrali “opera popolare“ invece che “musical“». "Sinceramente, penso sia un po’ passato il periodo di certe distinzioni. All’estero il musical non è considerato un genere minore, ma una forma teatrale che funziona molto bene e che richiama enormi quantità di pubblico di tutte le età. Ogni genere ha la sua dignità".
Occorre una grossa imprenditorialità. "Se non avessimo dei produttori indipendenti che amano il rischio e un po’ di follia non avremmo le produzioni che abbiamo".
Per la penuria di nuovi titoli, causa pandemia, la prima edizione avrà solo premi alla carriera. Potesse decretare lei i vincitori di questa prima edizione chi sceglierebbe? "Miglior produzione internazionale: ‘Hamilton’. Miglior produzione italiana: l’ultima versione di ‘We will rock you’. Miglior attore: Giampiero Ingrassia. Miglior attrice: Valentina Ferrari. Bravissimi".