Milano - Anche se quella di andare per sottrazione è un po’ la sua specialità, Malika Ayane non se l’è sentita di mettere in strada quel tour "essenziale" imposto dai tempi ad un mondo del live affollato di artisti smaniosi di riprendersi il palco. "Meglio aspettare i teatri, così questa estate mi limito a fare solo qualche piccola presenza qua e là" ammette l’interprete milanese distesa al sole di Orosei.
Appuntamento all’autunno, dunque. "Incrociando le dita, appuntamento a novembre, che è il mio mese per eccellenza. Quello più in sintonia pure con gli umori invernali dell’ultimo album ‘Malifesto’. Sinceramente, non mi ci vedo tanto ora sul molo a cantare storie che parlano di pioggia e di nebbia".
Definisce le sue ultime canzoni delle «foto» scattate con emotività e urgenza. La Sardegna le ha suggerito qualche scatto da aggiungere? "Sono in Baronia dalla fine di giugno e la stanzialità mi consente di spiare gli altri esseri umani mentre vivono per scriverci sopra canzoni e quindi di vivere una dimensione che m’era mancata completamente durante la realizzazione del disco. Dovendo reinciderli oggi, magari, certi brani li affronterei in chiave meno intima e più partecipata, provando a ‘fotografare’ le stesse emotività dall’esterno e non dall’interno".
Lei ferma in un posto, difficile a credersi... "Di natura sono talmente irrequieta che quest’estate m’è sembrato interessante sperimentare qualcosa di completamente diverso. Però mi sono portata dietro un pianoforte pieghevole che posso utilizzare ovunque per scrivere canzoni; il suono non è un granché, ma per farsi venire idee musicali va benissimo. Sento di essere vicina ad un’altra svolta della mia vita, ma non ho avuto ancora modo d’inquadrarla. Chissà, magari torno a teatro…".
In che senso? "Magari è la volta buona che riesco a produrmi il musical di ‘New York New York’ come sogno fin da ragazza. D’altronde a vent’anni avevo un’immaginazione straordinaria e forse è arrivato il momento di riappropriarmene. Anche perché questi tempi mi mettono addosso un’ansia micidiale e l’incertezza del futuro a volte mi devasta".
La sua è stata una fuga da Milano? "No, un anno fa sono tornata a vivere sui Navigli e mi trovo bene, perché conosco tutti e non sento gli occhi addosso come fossi una marziana appena sbarcata sulla terra. Prendere casa lì m’è sembrato un buon compromesso. Il mercato immobiliare milanese, infatti, è alla follia e l’abitazione dei miei sogni costerebbe talmente tanto che, vista la velocità della nostra permanenza sul pianeta, quella cifra preferisco spendermela in viaggi".
Prima meta post-pandemia? "Sono stata in Giappone e m’è piaciuto, quindi vorrei tanto andarmene alla scoperta dell’Asia".
Frattanto in primavera ha reinventato con Alterboy la “Self Control“ di Raf per la colonna sonora del film «Il divin codino». "Con gli Alterboy abbiamo scherzato sul fatto che qualsiasi canzone interpreti io diventa triste. Pure una hit dance degli anni Ottanta. Ma c’era l’occasione di fare qualcosa di diverso e di alto, perché loro sono veramente in gamba, e l’abbiamo presa al volo. Poi c’era di mezzo la storia di Roberto Baggio, un eroe della mia generazione, e non ho saputo resistere".