ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Manuel Agnelli torna alle origini: sul palco con gli Afterhours

Concerti al Live Club di Trezzo e all'Alcatraz

Manuel Agnelli

MILANO, 9 marzo 2017 - Dopo aver ceduto l’anima al peggiore dei demoni televisivi, quello dei talent show, Manuel Agnelli torna a recitare sui palcoscenici il ruolo di duro con gli Afterhours, concedendosi un’appendice al Tour di “Folfiri o Folfox” che comincia questa sera al Live Club di Trezzo e finisce il 28 marzo all’Alcatraz di Milano. Due ore e dieci di rock inappellabile come un colpo di rasoio, con cui lui è voce, anima, e mente.

Novità rispetto all’estate?

"L’anno scorso abbiamo messo solo metà disco nuovo in scaletta perché è molto lungo, diciotto pezzi, mentre ora vorremmo metterlo quasi tutto, quindi una decina in più di questa estate, più una dozzina da far ruotare nelle varie serate combinandoli di concerto in concerto compresi un paio che da tempo non facevamo. Abbiamo preparato una quarantina di pezzi e ne faremo una trentina a sera. In somma uno spettacolo tosto, non esattamente celebrativo".

Il disco è stato metabolizzato?

"È un disco ostico, forse il più difficile della nostra discografia, ma che avevamo il bisogno di fare. E fa abbastanza ridere che sia stato il primo album della storia degli Afterhours a finire in vetta alla classifica. Credo che il pubblico stia tornando ad una curiosità che aveva perso. E non solo nei nostri confronti".

Quanto ha inciso il ruolo di giudice di “X-Factor” nella crescita di attenzione attorno a quel che fa?

"Tantissimo. Quello che facciamo rimane troppo ostico per un pubblico generalista, ma se anche lo 0,5% di una trasmissione che totalizza 5 milioni di telespettatori si interessa ai miei progetti, in primis Afterhours, è già un gran bel risultato. Ho notato un aumento della considerazione e del rispetto attorno a quel che faccio; ne sono contento perché ho detto sì ad ‘X-Factor’ anche per questo. Il tornaconto economico è stato davvero l’ultimo dei miei pensieri, visto che quei guadagni avrei potuto farli pure con un tour in più".

Lo rifarà?

"Se me lo chiedono, sì. Davanti alle telecamere ho portato me stesso, non mi sono inventato niente. Forse ho solo enfatizzato certi aspetti funzionali allo spettacolo. Se lo rifaccio, posso rimuovere anche gli ultimi filtri, indotti dall’inesperienza di un mezzo che non conoscevo".

Cosa apporterebbe?

"Potrei spingere di più perché quel programma diventi sempre più musicale e un po’ meno televisivo. A Sky sanno che, se mi riconfermano, dovranno buttarsi ancora di più sulla musica".

Lei ha detto che il festival le è servito a capire la pochezza dell’ambiente alternativo.

"Stiamo parlando di un ambiente che nel tempo è cambiato. In peggio. Diventando sempre più simile a quel che voleva combattere, il mainstream. Le ultime produzione sono musica leggera ‘sciacquata’ considerate indie solo perché prodotte da case discografiche non inquadrabili tra le major".