STEFANIA CONSENTI
Cultura e Spettacoli

Marcello Maloberti, la mostra cantiere. Il cielo sopra Milano...è ribaltato

Al PAC l’esposizione è come un libro d’artista tra lavori degli anni Novanta, opere recenti e tanti inediti

Marcello Maloberti, la mostra cantiere. Il cielo sopra Milano...è ribaltato

Al PAC l’esposizione è come un libro d’artista tra lavori degli anni Novanta, opere recenti e tanti inediti

Milano – Una mostra-cantiere del contemporaneo, un percorso che porta i visitatori a rovesciare la prospettiva. Se ne ha un assaggio sin dall’esterno del PAC, ricoperto con elementi di acciaio zincato, con la scritta ribaltata al neon, “Cielo“ (2024), posta a venti metri di altezza, sorretta dal braccio meccanico di un camion. Poi, una volta dentro, con “M“ (2024), cartello stradale di ingresso a Milano, rovesciato e sospeso, con un chiaro rimando alla “M“ di Mussolini, e al corpo del dittatore appeso a testa in giù a piazzale Loreto il 29 aprile 1945. Marcello Maloberti, artista visivo, docente alla Naba, nella sua prima e più ampia esposizione mai realizzata (Metal Panic, a cura di Diego Sileo, sino al 9 febbraio) ci porta dritto al cuore della sua dimensione poetica ed artistica attraverso un nucleo di lavori degli anni Novanta, opere più recenti e produzioni inedite. Comunque una dichiarazione d’amore nei confronti di Milano, "città mai conclusa".

"Un lavoro sartoriale sul PAC, tutti i miei lavori sono stati ricalibrati per occupare questo spazio che ho sempre amato", racconta l’artista. Così l’intera parete d’ingresso è attraversata da un insolito fregio (“Chance di un Capolavoro“), forbici le cui punte vengono addolcite da delicate piume d’oca; un guardrail irrompe nell’architettura dello spazio (“Tilt“) mentre suoni sinistri di una musica prodotta dalle canne di un fucile, diventate flauti, si propagano nell’ambiente. Nel parterre otto neon danno forma a “Martellate“ progetto che Maloberti porta avanti da più di trent’anni, che racchiude slogan, aforismi e poesie. Si emoziona quando presenta “Famiglia Metafisica“ (1990) dove è ritratto con la madre e l’adorata nonna Emilia, nel salotto di Casalpusterlengo, immagini che smuovono i ricordi della realtà domestica e della vita in provincia. Attaccamento al suo paese d’origine celebrato con un reperto archeologico “Kasalpusterlengo“, cartello donato dal sindaco dopo la foto scattata nel 2006, con Maloberti che si era appeso con grande sforzo atletico.

E, poi ancora, “Petrolio“ omaggio al romanzo di Pasolini (con 227 libri, in Galleria, aperti e allineati come soldati, con coltelli da cucina che fungono da minacciosi segnalibri); “In Search of the Miraculous“ crea un cortocircuito nel pubblico, con una Madonna che ci volta le spalle, negando uno sguardo. Milano, il mondo infiammato dalle guerre, tornerà a meritarsi un miracolo? Infine, nella balconata del PAC, Maloberti presenta una lunga tovaglia a scacchi bianchi e rossi, accostata al tricolore, una tovaglia da pizzeria, quasi un sipario sull’ininterrotto spettacolo teatrale che fa dell’Italia contemporanea ancora un “cantiere“... non compiutamente realizzato. E nell’utimo commovente ritratto di “Famiglia Reale“, la nonna e la madre di Maloberti vestite uguali, con la tovaglia ricucita in forma di vestito, posano come regine.