
Martina Arduino
Milano -Se, come racconta la fiaba, la fata della danza si avvicina alla culla dei neonati, sicuramente su quella di Martina Arduino si è soffermata a lungo. Prima ballerina del Teatro alla Scala, un talento assoluto, 26 anni, la giovane artista è protagonista con l’étoile Jacopo Tissi delle prossime recite de "Lo Schiaccianoci" (www.teatroallascala.com). Vivace ed empatica Martina guarda già al prossimo balletto che debutterà il 3 febbraio e racconta: "Nel nostro lavoro dobbiamo sempre guardare avanti, diamo il meglio di noi, ogni giorno, per il futuro. Quest’anno avremo una stagione intensa, nel prossimo balletto ci sono 4 nuovi pezzi, una creazione per la compagnia danzerò un brano di Dawson “Anima Animus“, musica di Ezio Bosso; è molto fisico, tecnico, dinamico. Una bella sfida, è così lontano dallo Schiaccianoci, sono due mondi opposti della danza eppure c’è qualcosa di magico che li accumuna". Adesso è Clara. "Questo Schiaccianoci è un grande ritorno per la Scala, non solo perché è una bella fiaba natalizia, perfetta in questo periodo, ma perché la coreografia di Nureyev è straordinaria".
Come si trova con Tissi? "Benissimo. L’ultima volta che l’ho visto era ancora un ragazzino, allievo dell’Accademia della Scala, poi ha preso la sua strada e adesso ci siamo ritrovati, tutti e due più adulti".
E’ amata da critica e pubblico. Non ha mai dubbi? "Ho avuto, avrò difficoltà ma non dubbi. Le difficoltà ti spingono verso il basso ma poi ricordi le tante soddisfazioni che la vita ti dà, i tanti ruoli, ognuno diverso dall’altro, portati in scena e che, proprio perché difficili, sono diventati personaggi che amo. In questa versione dello Schiaccianoci ci sono tre passi a due complessi, Clara all’inizio è una bambina e alla fine una giovane donna, sono riuscita a lavorare su tutto ciò".
Cosa fa durante il tempo libero? "Ne ho pochissimo. Sono molto curiosa, mi piace andare a teatro, al cinema, vedere serie televisive. Tutto ciò che apprendo ritorna quando sono in scena. Vivo con il mio fidanzato, Marco Agostino, primo ballerino come me, è la persona giusta ci capiamo perfettamente, ci aiutiamo e sappiamo trovare uno spazio solo per noi".
Siete entrambi torinesi. "Dopo le elementari mi sono trasferita con i miei a Milano per studiare alla Scala. Marco, invece, è rimasto fino ai primi anni del liceo e ha ancora tanti amici a Torino".
Quanto conta la bellezza per avere successo? "Solo in parte, esiste una bellezza interiore fatta di gentilezza, garbo, disponibilità, carattere e carisma, tutto ciò appare sul palcoscenico".