
Maurizio Pollini
Milano, 19 giugno 2016 - Il diluvio infuriava, giovedì scorso, ma i ragazzi (studenti del Conservatorio e delle Scuole Civiche di Musica di Milano) sono venuti lo stesso. Ad ascoltare Maurizio Pollini che si intratteneva con Franco Pulcini nel foyer Arturo Toscanini della Scala, per presentare il recital di domani. E Pollini, ritenuto refrattario a qualsiasi tipo di intervista, artista vago, distratto si è confermato conversatore facondo, spiritoso, forte di una voce dal timbro caldo e incisivo. Il suo mezzo di comunicazione preferito restando comunque la tastiera, Pollini vi ricorre subito (“Mi accompagno al piano, così si capisce meglio quello che voglio dire”). E l’uditorio inizia a lievitare. L’attesa diventa immediatezza palpabile.
Pollini (nato a Milano nel 1942) è forse il più grande pianista vivente, con un passato non solo da enfant prodige, ma da enfant prodige prodigioso. Basti dire che alla Scala debuttò nel 1958, a 16 anni, diretto da Thomas Schippers, nella prima esecuzione assoluta di una Fantasia per pianoforte e strumenti a corda di Giorgio Federico Ghedini. («Sì, fu Ghedini a volerlo, ricordo che ero molto emozionato»). Poi avvenne di più: a 18 anni vinse il Concorso internazionale Chopin di Varsavia. Presidente di giuria era Arthur Rubinstein.
Dire Pollini è oramai dire Chopin e viceversa. A Chopin Pollini riserva la prima parte del recital di domani: Preludio in do diesis min. op. 45, le Tre Mazurche dell’ op. 5 e le 3 dell’op.63, i due Notturni op. 62 e lo Scherzo in si min. op. 20. La sua incisione dei Notturni (2007) ha ottenuto il Grammy Award e il Disco d’Oro. La grande intuizione di Pollini nei confronti di Chopin è di aver dato un contributo essenziale alla sua piena comprensione e rivalutazione sottraendolo alle indulgenze sentimentali di una errata sfera romantica. «Chopin – dice Pollini – riteneva degradante spiegare le sue musiche con riferimenti poetici. Per esempio, Scherzo è un termine che non ha niente a che fare con la musica di Chopin. I suoi scherzi sono drammatici, quando non tragici. E ancora, lo straordinario Notturno op.55 indica desiderio di vita, ma è anche un lamento». Con Chopin, per Pollini è quasi simbiosi. Dice ancora:«Lui ha inventato un timbro di bellezza assoluta che sembra quasi proiettato verso il futuro. Infatti noi oggi, con gli strumenti attuali, riusciamo addirittura a realizzare meglio le sue idee». La seconda parte è dedicata a Claude Debussy, di cui eseguirà l’intero Secondo Libro dei Préludes.
Domani alle 20 Teatro alla Scala Prezzi: da 85 a 6,50 euro. Infotel 02 72 00 37 44 www.teatroallascala.org