Nel 1971 Gitta Sereny, giornalista britannica, ebrea, intervista per 70 ore Franz Stangl, il "boia di Treblinka", ex comandante di quello e dell’altro campo di sterminio nazista di Sobibor, nella prigione di Düsseldorf dove sconta una condanna all’ergastolo: "Non fui né sorpresa né dispiaciuta quando morì d’infarto, 19 ore dopo che l’avevo lasciato". Il suo testo è la spina dorsale dello spettacolo ideato da Rosario Tedesco - “In quelle tenebre - La verità è un intreccio di voci“ - in scena domani alle 20.30 al teatro Elfo Puccini di Milano, con la partecipazione di sei allievi della Civica scuola di musica Claudio Abbado.
Domani anche il Conservatorio onora la Giornata della Memoria: in Sala Verdi alle 20 con “Lo swing di Ezio e Renato Levi. Storie di musica durante la Shoah“. Una narrazione-concerto con la Verdi Jazz Orchestra e il musicologo Luca Bragalini, che racconta come "una straordinaria ricerca" abbia "riportato alla luce due figure dimenticate, ma centrali per l’affermazione del jazz a Milano negli anni Trenta". Ezio Levi, che fu costretto a lasciarla dalle leggi razziste e si rifugiò negli Stati Uniti e poi in Perù, aveva composto e dato veste discografica a pagine di jazz, scritto musiche per cortometraggi e pubblicato il primo libro sul jazz in Italia, oltre ad articoli su testate internazionali; e fondato una delle sale del prestigioso Campari in Galleria, il “Circolo Jazz Hot Milano” che fu tra i primi jazz club nel nostro Paese. Renato Levi, editore e direttore del primo mensile italiano dedicato alla discografia, era il proprietario di un negozio di dischi che negli anni del fascismo importava jazz dando la possibilità a giovani musicisti e critici di conoscere la musica americana. Fu deportato perché ebreo e ucciso ad Auschwitz.Grazia Lissi