GRAZIA LISSI
Cultura e Spettacoli

Michele Gamba con il “Requiem“: "Musica potente e sempre attuale"

Giuseppe Verdi torna all’Auditorium di Milano nel 150° anniversario della sua composizione. Dirige l’Orchestra Sinfonica: "Il segno di Verdi solca ogni ambito storico, sociale, in qualsiasi epoca".

Michele Gamba con il “Requiem“: "Musica potente e sempre attuale"

Giuseppe Verdi torna all’Auditorium di Milano nel 150° anniversario della sua composizione. Dirige l’Orchestra Sinfonica: "Il segno di Verdi solca ogni ambito storico, sociale, in qualsiasi epoca".

Il “Requiem” di Giuseppe Verdi torna all’Auditorium di Milano nel 150° anniversario della sua composizione, a dirigere l’Orchestra Sinfonica di Milano il maestro Michele Gamba; protagonisti Maria Teresa Leva soprano, Deniz Uzun mezzosoprano, Francesco Demuro tenore, Adolfo Corrado basso, Massimo Fiocchi Malaspina Maestro del Coro, appuntamento giovedì alle 21, venerdì alle 20, domenica alle 16 (biglietteria@sinfonicadimilano.org). Gamba quest’anno ha trionfato alla Scala con la direzione di “Medée” di Cherubini e “Turandot” di Puccini.

Maestro, questa volta dirige la “Messa da Requiem” di Verdi, capolavoro di contemporaneità nonostante sia stato scritto più di un secolo fa.

"Come tutta la musica verdiana il Requiem parla nel profondo, arriva alle tue viscere come la sua tinta, il suo colore unico. Perché la Cappella Sistina ci sembra dipinta oggi? E la stessa domanda dobbiamo porcela per Verdi. La sua musica è di una potenza che non conosce tempo che agisce sul segno; il segno di Verdi è imperitura, per questo solca ogni ambito storico, sociale, in qualsiasi epoca".

Verdi si dichiara laico ma il “Requiem” sembra un urlo a Dio.

"Il Requiem è una messa che racchiude qualcosa di intimo. Possiamo avvertire l’urlo michelangiolesco, lo sentiamo nel “Dies Irae”, in “Libera me Domini” però dobbiamo evitare un’esposizione drammaturgica della musica. La Messa da Requiem è stata scritta per commemorare Manzoni ad un anno dalla sua scomparsa; è una liturgia laica perché Verdi non si aspetta nessuna risposta, laica perché l’astante trema di paura, è annichilito dall’Onnipotente e dalla forza della musica che risuona. E’ un Requiem pieno di pianissimi, in alcuni punti l’autore scrive addirittura sei P, i pianissimi sono al limite del sussurro, di un alito di vento. È scrittura interiore, non dimostrativa".

Quale rapporto artistico fra Manzoni e Verdi?

"Si ammiravano ma Manzoni credeva nella provvidenza e Verdi nel fato come si percepisce in “Aida”, “La forza del destino”, “Traviata”, “Otello”, persino “Falstaff”. Le due figure che hanno fatto identità e l’unità l’Italia avevano due visioni del mondo opposte; Verdi conosceva “I Promessi Sposi” e stimava moltissimo l’autore, ma questo deriva da un imperativo vissuto in maniera ottocentesca come vicinanza di animi e di orizzonti, non di visoni".

Manzoni, come Beccaria, crede anche nei valori dell’Illuminismo. E Verdi?

"Il compositore rimarrà sempre un uomo fortemente legato al XIX secolo, rifugge perfino la vampata positivista dell’ultimo Ottocento, non si fa abbindolare dal razionalismo. La razionalità e l’agnosticismo di Verdi, sono gli stessi dell’uomo che spinto da grandi ideali vuole agire".

A gennaio dirigerà al Regio di Parma un’opera giovanile di Verdi “Giovanna d’Arco”. Come si sta preparando?

"E’ un personaggio storico che mi ha sempre affascinato, inoltre ammiro Emma Dante che cura la regia. Ho seguito attentamente la “Giovanna d’Arco” che Riccardo Chailly ha diretto alla Scala, è stata una scoperta per la sua lettura verificata, la potenza della musica. Non capisco perché molti continuano a dire che “il Verdi giovanile è volgare”, è un Verdi dalla straordinaria facilità melodica, dalla diversa concertazione".

Si è formato a Milano, la sua città natale. Cosa crede di avere ricevuto dalla Scala?

"Non è quantificabile, sarò sempre grato al Teatro e a tutti quelli con cui ho lavorato".

E’ sempre in viaggio. Qual è la prima cosa che mette in valigia?

"Il pigiama, poi gli spartiti cartacei. Non amo dirigere con il tablet".