
La ricostruzione della Scala
Milano,10 novembre 2016 - È singolare come nell’era internet le foto storiche, scattate con i rullini siano sempre più considerate come elementi preziosi per ripensare il Paese. Memorie di anni lontani in cui ogni scatto analogico serviva a documentare, a imprimere per sempre i cambiamenti e i progressi di una società, voce di testimoni che affermano «Noi c’eravamo», come a Palazzo Morando la mostra “Milano, storia di una rinascita 1943-1953 dai bombardamenti” a cura di Stefano Galli (catalogo Spirali d’idee). Centosettanta immagini d’epoca, video, documenti, reperti bellici, oggetti di design, cimeli e straordinarie foto che fanno da filo rosso in un’esposizione che documenta gli anni cruciali della città fra la fine della Seconda guerra mondiale e gli anni della ricostruzione e del boom. Un viaggio per rivedere, con un altro sguardo, i luoghi simbolici ambrosiani, il seguito della grande mostra allestita nel 2004 alla Rotonda di Via Besana che raccontava i bombardamenti, le violenze che Milano subì nel biennio fra il 1942 e il 1944.

Le prime foto che accolgono il visitatore rivelano una città fragile e provata quella che subisce i bombardamenti. “Ho voluto iniziare la sequenza delle foto con l’immagine del Duomo, l’unico edificio davvero importante della città che non è stato lesionato, né ha subito devastazioni, solo qualche guglia è stata scheggiata o è caduta - spiega il curatore - costruito in pietra, non era perforabile dalle bombe incendiarie che hanno danneggiato maggiormente la città. Il Duomo è stato il simbolo attorno a cui si è ricostruito, tutto intorno era uno sfacelo”.
Come in un film drammatico si vedono il Cenacolo e santa Maria delle Grazie, sant’Ambrogio, San Babila, il Castello, Villa Simonetta: è una città straziata che non dobbiamo dimenticare. Ma la presenza ancora integra del Duomo dà una spinta ai milanesi e alla voglia di ripartire nel dopoguerra. “Nell’agosto del 1943 - prosegue Galli - Giancarlo Uccelli, figlio di Guido, fondatore del Museo della scienza e della tecnica, sfidando i divieti prese la sua macchina fotografica e documento la vita dopo i bombardamenti, la società che si era fermata, i negozi chiusi, la Galleria sfondata, palazzi a cui era rimasta in piedi solo la facciata”.
Questa intensa sequenza è visibile con dieci scatti in mostra. La sezione dedicata alla ricostruzione parte da quella della Galleria, sullo sfondo uno scorcio del Duomo con tutta la sua forza. “Sono due i soggetti più interessanti della ricostruzione. Il primo riguarda la Scala, ricostruita a tempo di record e inaugurata da Arturo Toscanini. Il secondo è la Fiera Campionaria riaperta l’anno dopo in un’edizione ridotta ma presente. Questo simbolo aiutò la ripresa economica italiana non solo lombarda“. Dietro questa ripresa formidabile c’erano uomini coraggiosi e capaci di dare luce alla città come Renzo Luigi Secchi, Costantino Baroni, Luigi Caccia Dominioni.
A Palazzo Morando, via Sant’Andrea 6 fino al 12 febbraio