Roma, 2 febbraio 2022 - Questa volta è tragicamente vero, non come avvenne nel 1988 quando il quotidiano francese Le Monde pubblicò per errore il suo necrologio: il mondo del cinema piange Monica Vitti. La grandissima attrice, uno dei monumenti del cinema italiano e internazionale, aveva 90 anni, comoiuti il 3 novembre. La notizia è stata data via Twitter da Walter Veltroni. Da anni l'attrice viveva ritirata per la malattia, affrontata con una enorme discrezione insieme al compagno, il regista Roberto Russo, con cui si sposò nel 2000 in Campidoglio, dopo 27 anni di fidanzamento. Altre due le storie d'amore celebri: con il regista Michelangelo Antonioni, di cui divenne la musa negli anni dei film sull'incomunicabilità, e con il direttore della fotografia Carlo Di Palma.
Morta a Roma, la sua città, Vitti, nata Maria Luisa Ceciarelli, fu nelle sue innumerevoli trasformazioni, anche un simbolo di romanità.Ma è quasi impossibile ingabbiare la sua carriera e il suo estro recitativo in una unica casella. Dotata di una bellezza anomala per il cinema delle maggiorate Anni 50, Monica, teatro alle spalle, iniziò nel cinema come doppiatrice grazie alla sua voce rauca e raffinata. Un titolo su tutti, "Il grido" di Antonioni. E il sodalizio artistico e sentimentale con il reguista ferrarese diede vita aun ciclo di film, quelli sull'incomunicabilità, che cambiò forme e contenuti del cinema italiano: La Notte, L'Avventura, L'Eclissi, Deserto Rosso. Poi a fine Anni 60 la svolta della commedia, con Monicelli e La ragazza con la pistola. Cambio di pelle, per diventare la regina del cinema divertente ma intelligente, spesso al fianco di Alberto Sordi, altra icona di romanità.
Nella sua lunga carriera anche la Tv (un passaggio anche a Domenica In) e sempre il teatro, frequentato a correnti alterne. Amata e nota in Francia, in Inghilterra e negli States, la paura di volare pose un freno a quella che poteva essere una galoppata nello star system, come avvenne invece per Gina Lollobrigida o Sophia Loren.
Nel 2002 le ultime apparizioni in pubblico, poi la malattia pres eil sopravvento. Al suo fianco, fino all'ultimo, Roberto Russo, il compagno devoto e il regista che con Flirt le fece vincere il premio di miglior attrice al Festival di Berlino. Si raccontò in due libri autobiografici, Sette sottane, dal nomignolo infantile che le attrbuirono negli anni vissuti in Sicilia da bambina, edito nel 1993, e Il letto è una rosa (1995).