Mostra e spettacolo su Ferramonti di Tarsia

"Questa storia ci insegna che una brava persona può restare tale anche in un contesto difficile. E rimette al centro...

"Questa storia ci insegna che una brava persona può restare tale anche in un contesto difficile. E rimette al centro...

"Questa storia ci insegna che una brava persona può restare tale anche in un contesto difficile. E rimette al centro...

"Questa storia ci insegna che una brava persona può restare tale anche in un contesto difficile. E rimette al centro le libertà individuali e l’uomo". Un uomo con la "U" maiuscola è l’espressione che usa Laura Vergallo Levi (nella foto al pianoforte) per descrivere Paolo Salvatore, il direttore del campo di internamento calabrese di Ferramonti di Tarsia, in cui tra il giugno 1940 e il settembre 1943 furono rinchiusi oltre 3mila ebrei stranieri e apolidi. Un direttore che non permise violenze sui detenuti e lasciò la milizia fascista fuori dal perimetro, consentendo invece ai tanti artisti che lo popolavano di suonare, comporre e organizzare i concerti delle "Serate colorate". Vergallo Levi, Francesco Vittorio Grigolo e Paola Wech ne hanno cercato e trovato tracce in musei e conservatori, riportando alla luce la storia e dando vita allo spettacolo "Ferramonti, una storia parallela", che andrà in scena lunedì 13 gennaio alle 20 al teatro Menotti e che il 27, nel Giorno della memoria, debutterà a Helsinki.

L’evento, curato anche da Paolo Guido Bassi e con la partecipazione del violoncellista Claudio Giacomazzi, sarà preceduto alle 18.30 dalla presentazione di una mostra sulla storia del campo, nel foyer del teatro.