STEFANIA CONSENTI
Cultura e Spettacoli

Museo del Design, Forme mobili. Viaggio fra moda e progetti. Incursione nelle nuove collezioni

Dieci sezioni tematiche e oltre duecento oggetti presentati in scaffali e dispositivi mobili. E nella sezione finale fra specchi e abiti anni Ottanta un focus sulla storia di Monica Bolzoni.

Museo del Design, Forme mobili. Viaggio fra moda e progetti. Incursione nelle nuove collezioni

Dieci sezioni tematiche e oltre duecento oggetti presentati in scaffali e dispositivi mobili. E nella sezione finale fra specchi e abiti anni Ottanta un focus sulla storia di Monica Bolzoni.

Fra moda e design, con "interferenze" spiazzanti, "a volte sono corrispondenze" con presenze generative. È l’effetto che produce il nuovo allestimento del Museo del Design, Forme mobili, un percorso che svela al pubblico alcune delle recenti acquisizioni che sono andate ad implementare la collezione permanente di Triennale, da Antonio Citterio, a Carla Crosta, Andrea Vallicelli (uno dei massimi progettisti di yacht italiani, di fama internazionale) e Carlo Mollino. Un racconto "coraggioso" per fare memoria su una città che ha dato a tanti talenti la possibilità di esprimersi. Oltre duecento oggetti nello spazio della Curva presentati all’interno di scaffalature e dispositivi mobili che evidenziano - attraverso dieci sezioni tematiche - il legame con la meccanica del corpo, l’ispirazione dell’arte e i rapporti coi saperi artigiani, il ruolo e la tradizione del disegno. Ogni sezione è messa in relazione con il mondo della moda sulla base di assonanze compositive tra forme, materiali, periodi storici e idee progettuali. Oltre alla moda il dipartimento include altri due ambiti di ricerca e divulgazione: la nautica, rappresentato da disegni e modelli, e l’illustrazione, con progetti legati alla satira, al disegno per riviste e giornali e alla grafica d’autore. Una vera miniera di sorprese. Potrebbe non piacere ma il pubblico potrà godere di una visita ricca di "connessioni". E chicca finale, la Design Platform (spazio dedicato all’approfondimento del contemporaneo) con il racconto della meravigliosa storia professionale di Monica Bolzoni, designer di abiti e accessori, fashion coordinator per Frank Olivier, prima, e Fiorucci, poi. Figura chiave nell’ambito della progettazione della moda. La mostra (visitabile sino al 12 gennaio) svela gli inizi di Bianca e Blu (BB2), marchio da lei creato, con il negozio di via de Amicis a Milano (frequentato dalla Milano bene) grazie ad una ricca selezione di capi e accessori che provengono dal suo Archivio. Dalle divise, riferimenti culturali collettivi che vengono reinterpretati nel linguaggio della moda, ai materiali d’avanguardia, tecnologici e innovativi come il jersey techno, il PVC e il nylon utilizzati negli anni Ottanta e Novanta. E ci sono specchi ovunque, una ricostruzione dell’atelier di "una sofisticata architetta della moda, compositrice acuta e colta di figure limpide e geometriche, non importa se create con tessuti, plastiche, metalli", fa notare Stefano Boeri, presidente della Triennale. Ci andava, sovente, anche sua madre, Cini, con le colleghe e amiche di studio.

Il nuovo dipartimento Moda, partito questo autunno, si avvale della consulenza scientifica di Luca Stoppini. Marco Sammicheli ne è il curatore oltre che direttore del Museo del Design. "Nell’ultimo anno Triennale sta sviluppando nuove modalità per contribuire all’esposizione, al racconto e all’analisi della moda e del suo relazionarsi con il mondo del progetto", sottolinea Boeri.