
Nicola Lagioia
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"La voce rivela le sfumature dell’animo umano, non si smette mai di indagarla". Nicola Lagioia, premio Strega 2015 con “La ferocia”, è soddisfatto (e sorpreso) del successo del podcast sulla sua ultima opera, “La città dei vivi”. Il volume ripercorre le principali tappe del processo del caso di omicidio di Luca Varani, risalente al 2016. Per il successo del podcast, che è primo in classifica su Spotify da quattro settimane, “La città dei vivi” si trasforma in un evento live, tutto esaurito, a Milano, domani al Base alle 21. Lagioia farà tappa anche a Roma, lunedì 8 novembre.
Prima un libro, poi un podcast, “La città dei vivi” diventa ora un evento live. Perché trasformare in un podcast il suo romanzo? Pensa che questa modalità possa essere applicata a tutti i generi letterari?
"In questo caso il podcast si prestava molto per la ricostruzione di una storia vera. Per la realizzazione del podcast sono partito dal testo del mio libro, ed è stato molto interessante aggiungere le voci dei protagonisti e delle persone coinvolte. Infatti, nel podcast compaiono alcuni personaggi nel romanzo, come Luigi Manconi, che si occupa di diritti dei carcerati, ma anche persone che non ci sono nel libro, come Vladimir Luxuria, che racconta delle notti romane, oppure lo psichiatra Vittorio Lingiardi. Tutti gli argomenti presenti nel libro sono stati approfonditi ulteriormente. È la prima volta che faccio un podcast. Per me è una forma nuova. Mi piace, perché è una forma narrativa non ancora completamente codificata; quindi, ho avuto molta libertà di sperimentazione. Come per le serie tv dieci anni fa, ora siamo ancora liberi di poter provare. Fare questo podcast è stato entusiasmante".
È soddisfatto del risultato? Come si spiega il successo?
"Nonostante i miei libri siano molto popolari, non mi è mai successo che un mio romanzo fosse al primo posto in classifica per quattro settimane, come questo podcast, che è il più ascoltato d’Italia. Vengo contattato ogni giorno da centinaia di persone su Instagram. Cerco di rispondere a tutti. Con il podcast arrivo anche a una fascia anagrafica più giovane rispetto a quella di chi legge i miei libri e mi ascolta in radio, l’altra mia grande passione. È la prima volta che parlo alle nuove generazioni. Gli ascoltatori del podcast sono a metà, tra chi legge i libri, chi guarda le serie tv e chi ascolta la radio".
E invece l’idea dell’evento live?
"Della dimensione teatrale potrebbe essere interessante l’aspetto rituale. Fin dall’epoca antica le tragedie greche si trasformavano in catarsi. L’evento live è stato un successo anche perché veniamo dal lockdown e dai teatri rimasti chiusi. Ho cercato di recuperare il rapporto, molto complicato a causa della pandemia, con le città. Ho voluto concentrarmi su come parlare della città dopo quello che abbiamo passato. Farò una piccola anticipazione: nella settima puntata del podcast userò il racconto che mi hanno fatto alcuni sconosciuti nei momenti più neri della pandemia. Gli ho chiesto di parlarmi della loro “epifania romana”, ovvero di qualcosa di bello avvenuto in città. Ho ricevuto centinaia di messaggi sui social, e ad alcuni ho chiesto di comparire proprio come un coro delle tragedie greche".