ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Not Good lancia il singolo "Mai più" e sogna Marracash

La collaborazione con Emis Killa lancia in orbita il rapper di Vimercate

Not Good

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Lo manda Giambelli. La collaborazione di Not Good con Emis Killa tra le rime del nuovo singolo “Mai più” era nell’aria fin dal giorno in cui il rapper di Vimercate se l’è preso in scuderia. Not Good, infatti, è il “prodotto” più ambizioso di Hateful, l’etichetta-vivaio che Killa (al secolo Emiliano Rudolf Giambelli, appunto) s’è voluto costruire attorno assieme al manager Zanna. Dopo averlo testato in “Killer” assieme a Mostro, e dopo avergli ritagliato un posto nella riedizione di “17”, il suo album a due con Jake La Furia, Emis ha pensato che fosse arrivato il momento del primo “faccia a faccia” col suo pupillo; così è entrato in questo suo nuovo brano assieme a Rizzo. Per Not Good, che all’anagrafe si chiama Jari Melia, una legittimazione. “Quando due artisti riescono a creare fra di loro una sinergia forte l’esigenza di ritrovarsi assieme davanti al microfono arriva quasi naturale” spiega Jari-Not Good. “Visto il buon responso del pubblico all’esperimento con Mostro, ci siamo chiesti: perché non alzare l’assicella ancora un po’?”.

Il consiglio più importante che le ha dato il suo mentore?

“Imparare a guardare le cose in prospettiva, perché un solido futuro va costruito passo dopo passo. Soprattutto in un mondo come quello della musica dove la tendenza è quella ad andare sempre più veloci”.

Nel pezzo Emis dice “Giuro sulla testa di mia figlia” per farla rimare con “Ora che il mio nome brilla non sarò mai più quella testa di minchia”. Almeno i figli non sarebbe il caso di lasciarli in pace?

“Quella citazione forse non è indispensabile, ma si tratta di una sua scelta stilistica. Ognuno ha la sua sensibilità e quello che ad alcuni può apparire un’intuizione geniale in altri può suscitare riserve. A me è sembrato il modo scelto da Emis per darsi completamente a questa canzone”.

Pure lei è cresciuto su quel “muretto” alle spalle di piazza San Babila che tanta parte ha avuto nel rap milanese.

“Il contesto storico che stiamo vivendo al momento rallenta di sicuro l’interazione sociale, ma prima della pandemia l’area di piazza San Babila era ancora un crocevia del rap cittadino. L’anno prossimo saranno dieci anni che scrivo barre e un po’ del mio tempo migliore penso di averlo speso proprio lì”.

Quanto entra questa città nei suoi pezzi?

“Prima pensavo poco, poi mi sono reso conto di essere un’espressione di questa realtà. Penso che Milano mi rappresenti molto più di quanto io parlo di lei nei miei brani”.

Aspirazioni?

“In due anni sono partito da un singolo prodotto dai Phra Crookers e Nic Sarno come "Qualche G" e sono arrivato a "Mai più" con Emis. Confido, ovviamente, in un ulteriore passo avanti anche se non so ancora in che direzione”.

Il featuring italiano che si sogna la notte?

“Un pezzo con Marracash”.