LAURA LANA
Cultura e Spettacoli

Nuova stanza alla Galleria Campari: la quotidianità dialoga coi maestri

Magazzini Novecento, percorso espositivo che riflette sul rapporto tra arte, tipografia e comunicazione

Magazzini Novecento, percorso espositivo che riflette sul rapporto tra arte, tipografia e comunicazione

Magazzini Novecento, percorso espositivo che riflette sul rapporto tra arte, tipografia e comunicazione

Milano – Una nuova project room, Magazzini Novecento, dell’artista Emi Ligabue, entra in Galleria Campari e arricchisce il percorso espositivo della mostra “Bold! Declinazioni tipografiche Campari: Munari, Depero e oltre“. Fino al 30 giugno, la nuova stanza del museo d’impresa red passion offre una lettura contemporanea del rapporto tra arte, tipografia e comunicazione visiva già descritto in un’esposizione che celebra l’eredità grafica di Campari attraverso oltre 160 opere provenienti dall’archivio dell’azienda che ha inventato l’aperitivo a Milano. 

L’installazione Magazzini Novecento racconta un universo in cui oggetti quotidiani come uova, pesci e vino si mescolano a suppellettili indispensabili, realizzando un piccolo interno apparecchiato. "In un gioco di finzioni, che accosta i rituali del quotidiano alla ricerca formale del Novecento, Emi Ligabue attiva un processo di osservazione, copia e assemblaggio per richiamare alla mente del visitatore i biscotti di Giorgio De Chirico, le michette di Piero Manzoni e le scodelle di Felice Casorati", spiegano dalla Galleria Campari. L’allestimento privilegia il linguaggio espressivo del collage, in un omaggio diretto al cubismo che affida a brandelli di materiali e giornali la simulazione del rumore quotidiano.

Bicchieri e bottiglie ricorrenti nei dipinti del Novecento, quando i bar erano il fulcro della socialità: qui vengono riuniti dall’artista per sottolineare il legame tra il consumo e la sua traduzione pittorica. Filo rosso del progetto espositivo è il nero della fotocopia, elemento distintivo della ricerca di Emi Ligabue che trasforma frammenti di pittura in veri e propri oggetti di design, innescando un dialogo personale tra il proprio intimo e le esperienze che popolano il mondo esterno.

La project room di Emi Ligabue si inserisce nell’ambito della mostra “Bold!“, anche questa aperta al pubblico fino al 30 giugno negli spazi museali di viale Gramsci, proprio dove fino agli anni Novanta si produceva il bitter. A cura di Marta Sironi, la mostra svela l’ampio repertorio di lettering disegnati e opere tipografiche. Un ampio percorso che riunisce una selezione di lavori realizzati da artisti che attraversano la storia del secolo scorso, tra i quali figurano Bruno Munari, Fortunato Depero, Marcello Nizzoli, Erberto Carboni, George Guillermaz, Sergio Tofano (detto Sto), Primo Sinopico, Giorgio Dabovich e Nicolay Diulgheroff.