GRAZIA LISSI
Cultura e Spettacoli

Nylund, Valchiria dal grande Nord: "Ecco l’atto d’amore di Brunilde"

La soprano nata in Finlandia protagonista del secondo capitolo del Ring, da mercoledì 5 febbraio alla Scala "Abbandona ogni privilegio per diventare un essere umano. Nella lirica forse nessuna eroina come lei".

Camilla Nylund, 56 anni, è nata a Vaasa in Finlandia La soprano sposata col tenore olandese Anton Saris vive a Dresda in Germania: è particolarmente nota per le interpretazioni nelle opere di Richard Strauss

Camilla Nylund, 56 anni, è nata a Vaasa in Finlandia La soprano sposata col tenore olandese Anton Saris vive a Dresda in Germania: è particolarmente nota per le interpretazioni nelle opere di Richard Strauss

Brünilde è la figlia prediletta dal padre: delle nove Valchirie concepite da Wotan è l’unica con cui il dio si confida, di cui sa di potersi fidare. Eppure sarà costretto ad abbandonarla. Alla Scala torna “Die Walküre”, secondo e più amato capitolo della tetralogia di Richard Wagner che il Piermarini ripropone a dieci anni dall’edizione con Daniel Barenboim sul podio e la regia di Guy Cassiers. David McVicar è il regista di questo Ring degli anni ’20, che per Valchiria vedrà in staffetta le direzioni di Simone Yong (5, 9, 12 febbraio) e Alexander Soddy (15, 20, 23 febbraio). Brünilde è la magnifica e intensa soprano Camilla Nylund, nata in Finlandia, residente a Dresda, sposata con il tenore Anton Saris: "La mia eroina è una divinità che intraprende un viaggio per diventare essere umano. Un atto d’amore immenso".

E per lei, maestra Nylund, chi è Brünilde?

"Una figura importante nel Ring, una donna coraggiosa, sofferente e decisa. È la seconda volta che l’interpreto, e quando ti riavvicini a un personaggio wagneriano trovi sempre qualcosa di nuovo. È un ruolo fantastico non solo per la musica che accompagna il suo canto, ma per la complessità e purezza del personaggio: è una donna moderna, prende autonomamente una decisione anche se l’allontanerà dal mondo in cui è cresciuta, dalle sorelle e dal padre. Abbandona ogni privilegio e sceglie di proteggere Sieglinde, una giovane che aspetta un bambino che lei stessa chiamerà Siegfried, e sarà il più nobile degli eroi".

Pensa che ci siano altri personaggi nella lirica come lei?

"Nell’opera italiana forse non esistono donne così coraggiose, intraprendenti. Violetta, Mimi, Aida e tante altre vivono, si sacrificano per il loro amore. Ripensando a tutte credo che la più audace fra le protagoniste del melodramma sia Tosca, capace di uccidere per salvare il suo innamorato condannato a morte; Giacomo Puccini si è sempre rapportato alla musica europea, quindi anche a Wagner, mentre Giuseppe Verdi appartiene a un’altra epoca".

L’opera tedesca, non solo Wagner, propone donne nuove e diverse dalla tradizione?

"Ho cantato anche Richard Strauss con le sue protagoniste, ma fra tutte la figura di Brünilde è la più complessa che ho incontrato. In “Die Walküre” è solo una ragazza, il padre l’indurrà a un lungo sonno e lei si risveglierà giovane donna pronta ad innamorarsi di Siegfried".

Quando ha scoperto la lirica?

"Mi è sempre piaciuto cantare. Sono nata a Vaasa, in Finlandia – una zona in cui si parla anche svedese, Camilla è un nome più diffuso in Svezia che da noi –, e al liceo mi sono iscritta al coro della scuola. A 15 anni sono venuta a Roma con altri compagni per un corso di canto corale barocco; volevo visitare la città, vivere un po’ all’estero. Ricordo di essere venuta in treno: due lunghi giorni. Qualche anno dopo mi sono trasferita a Salisburgo per continuare gli studi. Adesso posso vantare 30 anni di carriera; sono stata Isolde, Salomè, Marschallin, Arabella, Arianna, la contessa Madeleine, Rusalka. Mai l’avrei immaginato nel mio periodo romano. Quando incontro giovani cantanti dico loro che tutto è possibile studiando con perseveranza e, soprattutto, mantenendo la “propria” voce. Non bisogna imitare nessuno, ognuno deve preservare la propria personalità".

Condivide l’amore per la musica con la sua famiglia.

"È una presenza costante. Abbiamo cresciuto le nostre figlie spiegando loro che, a volte, dovevamo lasciarle solo perché il nostro lavoro lo richiedeva. Adesso hanno 24 e 18 anni e sono solidali e comprensive. Isabel, la maggiore, studia canto e ci sembra sempre più orientata verso l’operetta viennese; le piace tanto anche il musical. Credo sia meglio per lei intraprendere una strada sua e non seguire quella dei genitori; qualche volta facciamo dei concerti, solo per il piacere di cantare insieme. Mylin ha sempre detto di voler lavorare nel sociale, forse s’iscriverà alla facoltà di psicologia; anche lei ama cantare, ma solo per gioco".

Come vive il passare del tempo?

"Bene. Quando ho iniziato a cantare non c’erano video, riprese da vicino; adesso l’opera richiede nuove regole. E finché la mia faccia tiene, sono contenta".